Roma – Con la nuova versione di iTunes, annunciata pochi giorni fa , Apple ha dato un giro di vite contro quei programmi che permettevano di aggirare le restrizioni imposte dalla tecnologia di autenticazione del suo player e da FairUse, il sistema di digital rights management utilizzato per proteggere la musica venduta attraverso l’iTunes Music Store.
Il primo e più celebre programma a cui iTunes 4.5 ha messo il bavaglio è MyTunes, un software che sfruttava la capacità di iTunes di riprodurre le canzoni attraverso una rete locale per registrare la musica sul disco locale e condividerla con altri utenti. Sebbene al momento non se ne abbia la conferma, è lecito attendersi che tale modifica abbia messo fuori gioco anche un programma analogo di nome iCommune .
Un portavoce di Apple ha confermato che la casa della mela ha limitato le funzionalità di condivisione della musica di iTunes e ne ha rafforzato le difese, questo per prevenire, come succedeva con MyTunes, l’accesso ai brani condivisi da parte di più di due client.
Per aggirare le debolezze alla base del vecchio software, Apple ha anche fatto in modo che gli utenti di iTunes 4.5 possano condividere la propria musica solo con altri computer su cui giri un’identica, o superiore, versione del player.
L’autore di MyTunes, Bill Zeller, ha definito la decisione di Apple come “una grande manovra per rendere tutte le precedenti versioni incompatibili”.
Lo scorso mese Zeller, a causa di quello che ha descritto come “un grave crash del computer”, ha annunciato di aver perso la sua sola copia del codice sorgente di MyTunes e, per tale ragione, di aver rinunciato all’ulteriore sviluppo del suo programma. Il giovane hacker ha detto tuttavia che altri potranno aggiornare il suo MyTunes, o sviluppare nuovi software, capaci di aggirare le nuove restrizioni di Apple.
Qualcuno lo ha preso in parola. Uno sviluppatore che si fa chiamare Crazney ha infatti annunciato, proprio ieri, di aver craccato in meno di 24 ore il nuovo schema di autenticazione di iTunes e aver rilasciato una nuova versione della propria libreria libopendaap , la stessa che può consentire ad un’applicazione di connettersi alle condivisioni di iTunes e fare lo streaming on-line dei file.
Le modifiche introdotte dalla società di Cupertino ad iTunes sono state anche pensate per impedire che gli utenti riproducano i file AAC sprotetti con PlayFair , un noto tool capace di eliminare alcuni dei lucchetti digitali della tecnologia FairPlay di Apple. Gli sforzi di Apple, tuttavia, a nulla valgono contro la possibilità di riprodurre i file AAC sprotetti su di un altro player o di convertirli in un altro formato, come l’MP3.
Proprio pochi giorni fa il celebre hacker Jon Johansen ha rilasciato un nuovo codice , chiamato DeDRMS , che rappresenta un’evoluzione di quello (sviluppato da lui) alla base di PlayFair.
Apple ha anche introdotto alcune modifiche alla licenza d’uso del suo negozio on-line, l’iTunes Music Store, che introducono l’espresso divieto, per chi scarica la musica, di aggirare, craccare o fare il reverse engineering del sistema di protezione FairUse.