L’hacker norvegese DVD Jon ha indicato la via , nel novembre del 2003, dando in pasto alla comunità di coder e appassionati di reverse engineering il programmino open source QTFairUse , in grado di “ripulire” i brani in formato AAC protetto dalle DRM FairPlay di Apple. Quella stessa comunità porta ora avanti il progetto ed ha recentemente distribuito la versione 6-2.5 del software, in grado di operare con le versioni aggiornate dell’interfaccia multimediale sviluppata in quel di Cupertino.
In particolare, QTFairUse lavora eliminando la protezione dai brani in formato AAC protetto intercettando il flusso sonoro che iTunes invia alla scheda audio, che viene trasferito bit per bit in forma non cifrata dalla RAM di sistema al disco fisso . QTFairUse6-2.5, ultima edizione della conversione del programma originale di DVD Jon per iTunes 6, supporta il software Apple dalla versione 6.0.2 alla 7.0.2.
La versione più recente del software multimediale è ad ogni modo la 7.1.1, ma come suggerisce Cory Doctorow su Boing Boing è già disponibile un file di configurazione in grado di estendere la compatibilità del decrittatore anche all’ultimo iTunes . “Ora è tempo di riabilitare le vostre tracce acquistate su iTunes – osserva pungente Doctorow – prima che Apple spenda altri dollari di ingegnerizzazione per punirvi di voler pensare alternativo , fare lo switch e in altri termini godervi appieno le cose acquistate da loro”.
Punizione che forse Apple potrebbe anche evitare di mettere in conto, considerando come le vanno le cose nella vendita dell’hardware: secondo CrunchGear la casa della Mela non ha mai piazzato tanti sistemi portatili sul mercato come ora, arrivando, stando a quanto dichiara la stessa società, ad un sostanzioso 9,9% delle vendite totali di laptop a marzo .
Considerando la gran messe di marche diverse presenti nel settore i numeri sono significativi, e fanno conquistare alla produttrice dei MacBook un posto tra le 5 migliori costruttrici di PC di marzo . Tutto sta ora a verificare se Apple sarà riuscita a mantenere gli stessi ritmi di penetrazione anche nel periodo successivo, ma una cosa appare certa: l’epoca in cui era difficile convincere le persone a “comprare un Mac” per via della sua limitata “quota di mercato” sembra archiviata definitivamente.
Alfonso Maruccia