“Credo che voi ragazzi approviate le leggi nello stesso modo in cui il resto di noi accetta termini e condizioni d’uso su iTunes”. Una semplice battuta, gentilmente offerta dal comico statunitense Seth Meyers ai vari membri del Congresso a stelle e strisce. Uno scherzo ficcante, che ha subito attirato le attenzioni del noto broadcaster CNN.
Dal faceto al serio, la strada è spesso brevissima. L’incuriosita redazione della stessa CNN si è subito messa in contatto con due avvocati – Mark Grossman di New York e Jonathan Handel di Los Angeles – specializzati in tecnologia e media digitali. Cosa succede effettivamente quando un utente accetta i nuovi terms and conditions della piattaforma di Apple?
Ma, soprattutto, vengono letti dalla stragrande maggioranza dei consumatori? La risposta si è presentata subito lampante: assolutamente no . Gli utenti di iTunes proprio non riuscirebbero a sorbirsi quasi 60 pagine di minuti dettagli, specie in seguito al “semplice” aggiornamento degli stessi termini d’utilizzo della piattaforma made in Cupertino .
I due avvocati statunitensi hanno dunque illustrato tre regole principali introdotte da Apple, praticamente sepolte sotto una coltre verbosa. La prima riguarda Genius , il meccanismo di raccomandazione musicale a disposizione degli utenti di iTunes. In sostanza, Apple sfrutta tutte le informazioni legate a Genius, così come quelle fornite dalle library di iTunes .
Il tutto per fornire agli utenti utili consigli musicali. “Bisognerebbe assumere che tutto ciò che fate è tracciato o tracciabile”, ha spiegato Grossman. La seconda regola introdotta da Apple riguarda invece l’eventuale perdita o danneggiamento di un file scaricato , che non potrà dunque essere sostituito in alcun modo.
Apple non è assolutamente responsabile dell’eventuale distruzione o perdita di un file . Il suggerimento è stato chiaro: effettuare una copia di backup. “Quando acquistiamo qualcosa su iTunes – ha spiegato Handel a proposito dell’ultima regola da ricordare – paghiamo per la licenza di ascoltare un brano su iPhone o su un altro dispositivo Apple. Non acquistiamo il contenuto in sé e quindi non lo possediamo realmente”.
I due avvocati hanno però sottolineato come l’imposizione di termini legali sui download non sia una strategia sfruttata solo da Apple. È vero che quelli dell’Android Market sono racchiusi in un documento di appena 5 pagine , forse più semplice da leggere e quindi accettare. Altrimenti si farebbe la fine del povero Kyle, alle prese coi vertici di Apple in un irresistibile parodia firmata South Park .
Mauro Vecchio