Tutti lo sanno ormai, ma nessuno lo dice ufficialmente. Il D-Day del videonoleggio fisico è arrivato, iTunes ha aperto da meno di una settimana la vendita e il noleggio di film online anche nel nostro paese. Per poter accedere alla sezione apposita per il momento occorre conoscere il percorso da compiere. In attesa di un’adeguata comunicazione dalla casa madre, e quindi di adeguata segnalazione all’interno del software, per noleggiare o acquistare film bisogna cliccare su “Esplora” nella parte bassa della schermata principale dell’iTunes store e da lì andare alla sezione “film”.
Così facendo si può acquistare il file di un film per un prezzo che va dagli 8 ai 14 euro circa, o noleggiarlo per 3 o 4 euro a seconda della definizione. Non è però una totale novità, Playstation Store lo fa già da qualche mese con prezzi e un catalogo più o meno uguali e in più la possibilità di avere i film in HD (sebbene non Full), mentre Cupertino riserva quella qualità per i proprietari di AppleTv.
Per usufruire del Playstation Store, lo dice la parola stessa, occorre possedere una PS3 mentre iTunes store è accessibile per chiunque scarichi il software Apple: un servizio dunque potenzialmente più universale, ma non solo. Apple che piaccia o meno fa tendenza, è convincente e rende appetibile i servizi, non solo agli utenti ma anche ai decision maker. A Cupertino non hanno la bacchetta magica, né sono immuni da fallimenti, ma spesso e volentieri la loro macchina funziona.
Negli USA download e noleggio vanno bene (specie per le serie tv, ancora non disponibili da noi), anche se la concorrenza in streaming va meglio. Così l’arrivo di un player come Apple nell’arena italiana era atteso dalle molte altre piccole realtà locali che operano da anni nel campo del commercio legale di film in Rete, ma con scarso richiamo mediatico e scarso potere di contrattazione con le distribuzioni. Lo spiegava 4 anni fa da queste pagine il direttore di FilmisNow .
Il catalogo iTunes è molto molto limitato (un centinaio di film circa, al 90 per cento appartenenti agli ultimi dieci anni di cinema) e paiono assenti i film Warner, che costituiscono invece una parte cospicua dei grandi incassi degli ultimi anni (per non parlare della storia del cinema): per fare qualche titolo basti dire che si tratta della casa che detiene i diritti de “Il cavaliere oscuro” e della saga di Harry Potter.
A tal proposito Nicola Maccanico, vicedirettore generale e direttore marketing di Warner Italia, ha commentato che decisioni come questa sono frutto di accordi più grandi del nostro paese e che quindi sono prese alla sede centrale. In sostanza qui ne sanno poco: “L’ho scoperto come voi, vedendo iTunes”. Eppure saprà come mai i film Warner mancano: “Non c’è stata comunicazione interna, ad ogni modo è chiaro che al momento occorra trovare il miglior compromesso tra prezzi bassi e rispetto delle altre uscite, una finestra rispettosa dei tempi di uscita in sala e dell’uscita Home Video, e infine capire che penetrazione possano avere questi servizi. Non siamo un mercato avanzato come gli Stati Uniti”.
Tutti problemi atavici sui quali nel nostro paese si dibatte da tantissimo e si sprecano fiumi di parole mentre altrove si passa ai fatti: “Si ma non si può non considerare la scarsa penetrazione della banda larga in Italia” replica sempre Maccanico “che di fatto riduce il potenziale audience e rende difficoltosa la fruizione del servizio”. Inappuntabile, eppure mentre si discute di tutto questo la poca banda larga disponibile è usata per scaricare pacchetti di ugual peso ma di differente legalità, e soprattutto iTunes comincia a marciare. Il business vince dopotutto.
I servizi di Apple e di Sony non sono poi molto differenti, i prezzi si somigliano, i film presenti sono quasi gli stessi e soprattutto lo sono quelli assenti. Di cinema italiano infatti non appare neanche l’ombra, eppure quasi un anno e mezzo fa alcuni produttori italici, capitanati da Riccardo Tozzi di Cattleya, avevano manifestato la viva volontà di andare in Rete, andarci il prima possibile e con prezzi molto aggressivi. Questione di tempo probabilmente, del resto questo era il motivo per cui l’entrata nell’arena di Apple era così attesa: per smuovere coscienze, aprire portafogli e facilitare per tutta la filiera l’apertura al commercio online.
Ma come sono nella pratica le due diverse offerte? Le abbiamo provate con il noleggio alla maggiore qualità disponibile del medesimo film (il già cult School Of Rock ). Il buono dell’offerta di Apple sta in un download abbastanza rapido (considerata la mole) e nella portabilità effettiva del file che, una volta scaricato, può finire su iPhone, iPod, iPad e via dicendo (ma attenzione, in caso di noleggio la riproduzione è subordinata alla presenza di una connessione ad internet che verifichi che non siano scaduti i 30 giorni dall’acquisto o le 48 ore dalla prima visione). Il cattivo sta nella qualità, per il momento solo DVD (ma il fastidio si nota solo su televisori HD) e nella difficoltà di vedere il film in TV. Per farlo infatti o si è provveduto a connettere computer a schermo, o si possiede una AppleTv comprata negli USA, o si attende (ancora poco?) che questa esca sul mercato italiano.
Il buono dell’offerta Playstation è nella qualità, decisamente più alta, e nell’essere immediatamente fruibile dal televisore. Mentre il male è tutto nei tempi di download (4GB per un film in un HD non Full, che con una normale connessione a banda larga necessitano di circa 8 ore di download) e nella scarsa portabilità. Il film Playstation Store non solo non può essere fruito su dispositivi mobili (poco male), soprattutto non può essere fruito in nessun’altra maniera. Se per il noleggio questo non è un grande problema, può esserlo in caso di acquisto. Non si può farne un DVD, non si può trasportarlo su altre macchine, non si può archiviarlo se non nella memoria della PS3. Un servizio buono oggi, ma senza un domani.
Gabriele Niola