Bruxelles sembra destinata a bocciare le mediazioni guidate da Italia e Francia che stanno cercando di portare avanti le istanze favorevoli all’ abbassamento dell’IVA degli ebook fino a livello di quella prevista per i libri cartacei .
Il problema è che gli ebook sono equiparati ai dispositivi elettronici e agli altri beni digitali e per questo hanno una tassazione superiore (al momento in Italia 22 per cento, contro il 4 per cento di cui godranno quelli cartacei dal prossimo gennaio ): una tassazione differente costituirebbe – secondo Bruxelles – un aiuto statale illecito al settore.
Il Presidente dell’Associazione Italiana Editori (AIE) Marco Polillo, in ogni caso, ha continuato a professare ottimismo nella battaglia per l’abbassamento dell’IVA sugli ebook al livello di quella sui libri cartacei: “Andiamo avanti, siamo certi e fiduciosi dell’impegno del ministro Franceschini e dell’Italia in sede europea per la battaglia contro la discriminazione dell’IVA degli ebook rispetto a quella dei libri di carta”. Polillo per far valere le sue ragioni ha lanciato la campagna #unlibroéunlibro confidando nel fatto che “che il Parlamento italiano possa trovare una soluzione per la cultura del nostro paese”: d’altronde, spiega ancora, si tratta di una “campagna di buonsenso contro gli egoismi nazionali e contro una visione dell’Europa assolutamente burocratica”.
D’altronde, per quanto al momento il Parlamento italiano sembri allineato sulla volontà di abbassare l’IVA sugli ebook, senza un cambio di rotta continentale ogni cambiamento è impossibile: la UE, d’altra parte, già nel 2012 è intervenuta sulla tassazione dei libri digitali multando Francia e Lussemburgo che l’avevano abbassata rispettivamente al 7 per cento e al 3 per cento ed obbligandole a riallinearla a quella degli altri paesi (15 per cento).
Claudio Tamburrino