Jawbone, azienda nota (tra le altre cose) per i braccialetti da fitness Up , è entrata in fase di liquidazione . L’operazione non è stata annunciata pubblicamente ma è emersa grazie a una indagine di The Information , ed è in ogni caso la prova provata del fatto che il wearable computing non è più il futuro di tutto – anzi di niente.
La liquidazione di Jawbone pone fine a un lungo periodo di silenzio da parte della corporation, confermando le intenzioni del CEO Hosain Rahman di uscire dal mercato consumer in tempi piuttosto rapidi. Ma il marchio Jawbone non scompare completamente , visto che Rahman è alla testa di una nuova iniziativa chiamata Jawbone Health Hub (JHH).
JHH si occuperà apparentemente di biotech e relative applicazioni cliniche , sfruttando “più di 20 anni di tecnologia indossabile proprietaria” per fornire un nuovo approccio hi-tech alla cura dei pazienti . Oltre a Rahman, anche alcuni impiegati della “vecchia” Jawbone dovrebbero avere il posto di lavoro garantito nella nuova realtà aziendale.
Quale che sia il futuro di JHH, la conclusione dell’avventura commerciale di Jawbone è significativa per il business del wearable: all’apice dell’esposizione pubblica l’azienda aveva raggiunto una valutazione da ben 3 miliardi di dollari , mentre i fondi di investimento incamerati nel corso degli anni ammontano ad oltre 950 milioni di dollari.
Tutto questo denaro andrà ora sostanzialmente in fumo, visto che gli investimenti che hanno permesso a Rahman di ripartire con il progetto JHH provengono da soggetti diversi. Sherwood Partners, la compagnia assoldata per gestire il processo di liquidazione, dovrà prendersi carico anche della querelle legale tra Jawbone e Fitbit .
Alfonso Maruccia