Dal Guardian nuove rivelazioni sul caso che ha visto lo smartphone di Jeff Bezos bucato per mezzo di un attacco partito dall’Arabia Saudita: il messaggio WhatsApp giunto sul telefono del fondatore di Amazon e contenente il codice maligno responsabile della violazione sarebbe partito dal telefono personale di Mohammed bin Salman, figlio di re Salman e principe ereditario.
Jeff Bezos e Mohammed bin Salman: quel messaggio su WhatsApp
Stando a quanto emerso dalle indagini in allegato un malware nascosto all’interno di un video. Era l’1 maggio 2018. In seguito all’apertura del file è stato possibile estrarre un grande volume di dati dal dispositivo di Bezos. Il coinvolgimento diretto dell’esponente saudita nell’operazione potrebbe avere pesanti ripercussioni a livello internazionale sul fronte diplomatico, minando la fiducia degli investitori stranieri nel paese mediorientale.
Dovrà a questo punto essere chiarito come la testata americana National Enquirer abbia ottenuto l’esclusiva delle informazioni private sul conto di Bezos pubblicate poi nei mesi successivi. Il riferimento è allo scambio di messaggi con Laura Sanchez, giornalista ed ex conduttrice da più parti ritenuta nuova partner del CEO. Una vicenda che ha indiscutibilmente pesato sul divorzio multimiliardario dall’ormai ex moglie MacKenzie Tuttle.
Il Washington Post e il caso Jamal Khashoggi
A rendere il quadro ancora più complesso la copertura offerta dal Washington Post (testata controllata dal numero uno di Amazon) a proposito dell’uccisione di Jamal Khashoggi, scrittore e giornalista saudita, avvenuta nell’ottobre 2018 presso il consolato saudita a Istanbul in circostanze ancora non del tutto chiarite. In diversi suoi articoli aveva preso di mira le politiche repressive attuate dai vertici del paese arabo.
Tutto questo senza dimenticare gli attacchi giunti da Donald Trump che in un’occasione ha sbeffeggiato Bezos chiamandolo “Jeff Bozo” in uno dei suoi interventi su Twitter.
Recent media reports that suggest the Kingdom is behind a hacking of Mr. Jeff Bezos' phone are absurd. We call for an investigation on these claims so that we can have all the facts out.
— Saudi Embassy USA (@SaudiEmbassyUSA) January 22, 2020
Come si può leggere qui sopra, al social network è affidata oggi anche la replica dell’account ufficiale dell’ambasciata: l’Arabia Saudita definisce “assurda” l’ipotesi di una propria responsabilità nella violazione del telefono.