Possibile colpo di scena nelle indagini in merito al caso che ha tenuto banco la scorsa settimana e che vede coinvolto in prima persona Jeff Bezos, fondatore e CEO di Amazon. Le informazioni pubblicate dal National Enquirer in merito alla sua relazione extraconiugale con Lauren Sanchez (nella foto di apertura) sarebbero state ottenute non dall’Arabia Saudita come reso noto da alcune fonti (per mezzo di una violazione operata dal principe Mohammed bin Salman), ma dal fratello della donna, Michael Sanchez.
Jeff Bezos: il fratello di Lauren Sanchez e il National Enquirer
A confermarlo il gruppo American Media che controlla la redazione, con una nota affidata nel fine settimana al New York Times. Un’ipotesi sostenuta anche dagli inquirenti newyorkesi al lavoro per far luce sulla vicenda. Ricordiamo che nei giorni scorsi si è parlato della possibilità che a sottrarre i contenuti privati dallo smartphone personale di Bezos (messaggi e fotografie) sia stata un’operazione messa a segno con successo attraverso l’invio di un malware nascosto all’interno di un video MP4 da parte del principe ereditario saudita. File che secondo quella tesi sarebbero poi stati inviati al National Enquirer e infine impiegati per ricattare il CEO di Amazon, l’uomo più ricco al mondo.
In altre parole, Bezos avrebbe inviato a Lauren fotografie (anche esplicite) e messaggi via chat, inoltrati poi da quest’ultima al fratello Michael Sanchez che a sua volta li avrebbe spediti alla testata. Non è ad ogni modo da escludere che l’attacco dall’Arabia Saudita sia comunque avvenuto, ma potrebbe non aver nulla a che fare con la diffusione delle informazioni che tra le altre cose hanno influito sul divorzio multimiliardario tra il CEO e l’ormai ex moglie MacKenzie Tuttle.
A chi ha perso le puntate precedenti ricordiamo che il Washington Post, quotidiano controllato dallo stesso Bezos, nel 2018 ha pubblicato documenti esclusivi in merito all’uccisione di Jamal Khashoggi, giornalista e scrittore assassinato in circostanze non ancora del tutto chiarite presso il consolato saudita a Istanbul. Il quadro si completa considerando che, a differenza del WP, il National Enquirer è ritenuto più vicino alla corrente filo-repubblicana.