Parigi – Come nel suo stile, il carismatico boss di Apple non ha usato mezze parole nel definire le strategie conservatrici dell’industria discografica, strategie che potrebbero presto portare ad un rialzo dei prezzi della musica venduta online.
“Se vogliono alzare i prezzi significa che stanno diventando ingorde”, ha affermato tagliente Steve Jobs, CEO di Apple, durante una conferenza che precede di pochi giorni l’Apple Expo parigino: “Se i prezzi salgono, i consumatori torneranno alla pirateria, e ci perderemo tutti”.
La questione è rovente. Stando alle voci degli analisti finanziari, infatti, colossi come Vivendi, Universal Music, Sony BMG Music Entertainment, EMI Group e Warner Music starebbero valutando la possibilità di ritoccare verso l’alto il prezzo della musica venduta da Apple attraverso l’iTunes Music Store (iTMS). Attualmente il costo di una singola canzone è di 99 centesimi di euro.
Alcune etichette, come Sony BMG, non sembrano digerire il fatto che Apple stia facendo leva sul mercato della musica digitale per guadagnare sia dalla vendita delle canzoni che da quello dell’hardware (iPod).
“Noi abbiamo una sola fonte di profitti che persino un proctologo (sic!, ndr.) potrebbe avere difficoltà ad analizzare. Non è piacevole”, ha commentato sarcastico Andrew Lack, CEO di Sony BMG.
Lack ritiene che Apple si trovi oggi in una posizione privilegiata, e questo anche grazie ai prezzi di favore che l’industria discografica starebbe praticando nel settore online. Pertanto, il boss di Sony BMG non sembra affatto intenzionato ad accettare paternali da Jobs.
Di posizione più moderata Jimmy Iovine, chairman di Interscope Records (una delle più grandi succursali di Universal Music), che intervistato dal New York Times ha recentemente detto che “prima di aumentare i prezzi è necessario attrarre un maggior numero di consumatori verso i servizi online”.
Anche Iovine, tuttavia, sembra d’accordo sul fatto che – prima o poi – i prezzi vadano rivisti. Una visione davvero lontana sia dalle aspettative degli utenti che dalle posizioni delle associazioni dei consumatori, convinte invece che la crescita dei download legali possa consentire alle major di ridurre ulteriormente i prezzi.
Se, nonostante tutto, Jobs si dice particolarmente ottimista sul futuro del mercato online, altrettanto scettico appare su quello della vendita di musica via wireless. “Non è ancora chiaro se economicamente acquistare musica via etere abbia un senso”, ha detto Jobs. “Sono scettico soprattutto per i costi… ma vedremo”.
ROKR , il primo telefonino compatibile con iTunes, è per Motorola ad Apple un importante esperimento. È probabile che se l’accoppiata tecnologica si rivelerà vincente, la casa della Mela sarà lesta a lanciare sul mercato il tanto favoleggiato “iPhone”, un dispositivo a cui Apple ha già da tempo riservato un dominio Internet. In caso contrario, è facile immaginare come Jobs continuerà a dedicare tutta la forza creativa della propria azienda nell’evolvere iPod. E a proposito di iPod, il dirigente di Apple ha ribadito di non temere affatto le rivendicazioni di Microsoft e Creative sulle tecnologie alla base del proprio player.
“Abbiamo un bel po’ di brevetti – ha detto Jobs – che testimoniano come iPod vada considerato prior art”.
Il CEO di Apple ha infine annunciato che i primi Mac basati sui processori di Intel dovrebbero arrivare sul mercato nel giugno del prossimo anno. Una dichiarazione che sembra smentire le recenti voci su di un lancio anticipato a gennaio.
Negli scorsi giorni Apple ha aggiornato il proprio servizio “.Mac” fornendo agli utenti maggiore spazio di archiviazione, nuove localizzazioni e funzionalità per la collaborazione, e un nuovo software per il backup. Per maggiori informazioni si veda qui .