L’anno tumultuoso appena trascorso viene descritto come “memorabile”, e le incognite per il futuro sono “eccitanti” sfide: Jolla, la società finlandese che i suoi fondatori ex-Nokia hanno lanciato nel 2012 come alternativa hardware e software agli ecosistemi dominanti, saluta il 2016 con un post nel quale ripercorre i mesi trascorsi, costretta ad annunciare che non tutti i finanziatori della campagna di crowdfunding si vedranno recapitare il tablet a cui hanno contribuito.
La crisi si è manifestata con nettezza nel mese di novembre, quando l’azienda, dopo la scissione estiva in due comparti, uno dedicato allo sviluppo e al licensing del sistema operativo l’altro dedicato all’hardware, si è trovata a dover annunciare un ridimensionamento, allontanando la metà dello staff. Dopo aver riconquistato a dicembre i denari e la fiducia degli investitori di cui si era iniziato a dubitare, Jolla è tornata a confidare in un futuro per il proprio sistema operativo Sailfish OS 2.0, nel ricettivo mercato russo e nella partnership indiana che in primavera si concretizzerà con un nuovo dispositivo equipaggiato proprio con Sailfish OS 2.0.
“Il 2016 sarà un anno di crescita”, soprattutto in termini di partnership, assicura l’azienda. Meno incoraggianti sono però le prospettive per il tablet lanciato con una campagna di crowdfunding su Indiegogo conclusa con successo e con 1.300.000 dollari oltre un anno fa: una prima piccola parte dei dispositivi è stata recapitata ai finanziatori in autunno, ma degli “incidenti inaspettati” hanno costretto l’azienda a “rimandare molte volte le scadenze dell’intero progetto”. È stata soprattutto l’incertezza sui finanziamenti, che ha tenuto Jolla in sospeso fino alla seconda metà di dicembre, ad “avere un impatto maggiore di quanto previsto sul progetto”: ora la situazione è più stabile, ma “è ancora da stabilire come i pezzi del puzzle saranno sistemati”. L’azienda dà ora per certo che un’altra piccola porzione degli ordini verrà evasa all’inizio del 2016 a favore dei supporter della prima ora, ma “la cattiva notizia è che non siamo in grado di completare la produzione per soddisfare tutti coloro che hanno contribuito”. Jolla lo spiega in parole ancora più crude: “non tutti i nostri sostenitori riceveranno un tablet Jolla”.
L’azienda sta “attivamente pianificando la strada migliore per concludere il progetto e trovare una soluzione che faccia al caso sia dei cari sostenitori del Jolla Tablet, sia dei nostri piani futuri, insieme ai nostri investitori”. Jolla promette che coloro che hanno contribuito non saranno lasciati a mani vuote: per ora si limita ad invitarli a “speculare” riguardo alle “sorprese positive” che potrebbero esserci in cantiere.
Gaia Bottà