C’è stato un tempo in cui il mondo della finanza tradizionale e quello legato alle soluzioni FinTech sembravano separati da una distanza abissale: da una parte un modello collaudato e rodato, dall’altro un territorio ancora tutto da scoprire, da molti osservato con sospetto. Ognuno con le proprie dinamiche, prospettive, potenzialità e insidie. Un gap che sta andando via via sempre più colmandosi, come conferma oggi l’annuncio di JP Morgan: il colosso statunitense anticipa l’arrivo di JPM Coin, la sua criptovaluta.
JPM Coin: la criptovaluta di JP Morgan
Un token digitale che potrà essere scambiato dai clienti e impiegato per alcuni dei servizi di pagamento offerti dall’istituto. Il rollout partirà nei prossimi mesi e sarà graduale, per ovvie ragioni. Inizialmente le transazioni saranno riservate a pochi, così da raccogliere feedback e segnalazioni su eventuali criticità, per poi man mano ampliare sempre più il raggio d’azione. Il progetto risulta particolarmente interessante per due ragioni. Una è già stata accennata: si tratta della prima iniziativa di questo tipo messa in campo da un big della finanza d’oltreoceano.
La seconda è che proprio i vertici di JP Morgan, attraverso le parole del CEO e presidente James Dimon, meno di un anno e mezzo fa si sono scagliati a muso duro contro la moneta virtuale più conosciuta e scambiata di sempre, il Bitcoin, definendola senza mezzi termini “una valuta per criminali”.
Banche, blockchain e stablecoin
Banche d’affari e operatori del capitale guardano dunque con interesse crescente alla struttura decentralizzata delle blockchain, dei registri distribuiti e alle potenzialità legate a nuove modalità di circolazione della moneta.
È però bene fare una precisazione. La valutazione della crypto di JP Morgan non sarà soggetta a repentine variazioni, come nel caso del già citato Bitcoin, di Ethereum e delle altre monete virtuali che così come possono essere strumento di speculazione in grado di generare grandi profitti in tempi pressoché immediati espongono a forti rischi di volatilità il capitale investito. Sarà qualcosa di più simile a una stablecoin il cui valore non subirà fluttuazioni. 1 JPM Coin potrà sempre essere scambiato con 1 dollaro. In altre parole, funzionerà così: il cliente deposita 1 dollaro e in cambio riceve 1 JPM Coin da utilizzare per effettuare pagamenti all’interno del circuito gestito dall’istituto. In ogni momento potrà restituirlo e recuperare la somma in valuta corrente, dopodiché il token verrà distrutto.
Una modalità che almeno in un primo momento dovrebbe essere impiegata per movimentare somme importanti da e verso i conti dei clienti più grandi, togliendo così di mezzo l’intermediazione di sistemi ormai datati e riducendo in modo significativo i tempi necessari per portare a termine le operazioni di trasferimento. Se ne prevede l’impiego anche per l’erogazione di prestiti e per la gestione dei capitali distribuiti in più paesi da parte di gruppi dalla portata internazionale. In un secondo momento il raggio d’azione potrebbe estendersi e arrivare a interessare anche altre forme di pagamento.