Julian Assange è tornato in Australia, dopo aver dichiarato la sua colpevolezza davanti alla giudice Ramona V. Manglona del tribunale di Saipan nelle isole Marianne Settentrionali (che sono sotto la giurisdizione degli Stati Uniti). Ieri aveva lasciato il carcere di massima sicurezza di Belmarsh, nel quale è stato rinchiuso per oltre 5 anni. Si chiude così una vicenda durata circa 14 anni.
62 mesi di prigione già scontati
Assange è stato liberato in seguito al patteggiamento con il governo statunitense. Il fondatore di WikiLeaks si è dichiarato colpevole di cospirazione per aver ottenuto e divulgato documenti classificati sulla difesa nazionale. Le informazioni, fornite da Chelsea Manning (ex analista di intelligence dell’esercito statunitense), dimostravano le atrocità commesse dai militari durante le guerre in Iraq e Afghanistan, tra cui l’uccisione di civili disarmati.
Assange era detenuto nel carcere di Belmarsh a Londra in attesa dell’estradizione negli Stati Uniti. L’accusa era di aver violato l’Espionage Act del 1917. In base al patteggiamento, il fondatore di WikiLeaks si è dichiarato colpevole di cospirazione davanti alla giudice del tribunale di Saipan. È stato quindi condannato a 62 mesi di prigione corrispondenti alla durata della detenzione a Belmarsh.
Avendo già scontato la pena, Assange è tornato in Australia da uomo libero. I voli da Londra a Canberra con scali a Bangkok e Saipan sono stati effettuati con un jet privato, in quanto Assange non può salire su aerei di linea. Ovviamente non può nemmeno andare negli Stati Uniti senza autorizzazione. La spesa per il jet (520.000 dollari) è stata anticipata dal governo australiano, ma deve essere rimborsata. La moglie Stella ha chiesto un aiuto tramite donazione.