Jump, da Java a .NET saltellando

Jump, da Java a .NET saltellando

Ed è proprio con un grosso salto che Microsoft sembra voler scavalcare Java e spingere, grazie a tool denominati JUMP, gli sviluppatori verso la piattaforma .NET. Ce la farà o sbatterà contro l'ostacolo?
Ed è proprio con un grosso salto che Microsoft sembra voler scavalcare Java e spingere, grazie a tool denominati JUMP, gli sviluppatori verso la piattaforma .NET. Ce la farà o sbatterà contro l'ostacolo?


Redmond (USA) – La guerra fra Microsoft e Sun non sembra essersi affatto placata con l’annuncio, pochi giorni fa, dell’accordo che ha posto fine ad una causa legale risalente al ’97 e che ha visto Microsoft pagare 20 milioni di dollari a Sun per continuare ad utilizzare Java nei suoi attuali prodotti per sette anni.

Microsoft ieri ha infatti svelato un nuovo progetto , chiamato Java User Migration Path to Microsoft (JUMP) con cui spera di aiutare gli sviluppatori Java a transitare, con il minimo sforzo, verso l’infrastruttura.NET.

A detta di Microsoft, JUMP consentirà il porting di applicazioni in Java verso la piattaforma.NET senza violare l’accordo legale concordato con Sun: secondo la casa di Redmond, infatti, gli strumenti software che faranno parte di JUMP non contengono codice di proprietà di Sun, limitandosi a tradurre il linguaggio Java in uno dei corrispondenti linguaggi previsti da.NET.

JUMP sarà costituito da tre tool principali e si rivolgerà in particolare agli utenti “orfani” di Visual J++, un prodotto di cui Microsoft ha già annunciato da tempo la chiusura dello sviluppo. Di questi tre tool uno si occuperà della conversione delle attuali classi Java in file nativi per.NET; uno permetterà agli utenti di Visual Studio.NET di utilizzare la sintassi del linguaggio Java per sviluppare direttamente applicazioni per la piattaforma.NET; l’ultimo consentirà la conversione assistita di codice Java nel corrispondente codice C#, un linguaggio ancora in beta testing considerato lo “Java-killer” di Microsoft.


Sun ha accolto la notizia con una quasi indifferenza ben simulata. Scott McNealy, boss dell’azienda, ha detto che “Microsoft non ha capito Java”, perché “vuole togliere a Java il multipiattaforma”. Il vice presidente di Sun, Rich Green, ha dichiarato: “E’ assolutamente comprensibile. Loro stanno ancora tentando di muovere gli sviluppatori non solo verso.NET, ma via da Java”. Sempre Green si è però detto fiducioso che l’accordo legale firmato con Microsoft sarà sufficiente a garantire che questa non “scavalchi” Java.

Secondo il parere di diversi analisti, Microsoft sta rischiando molto: non è affatto scontato, nonostante tutto il suo “potere”, che i milioni di sviluppatori Java intendano fare questa sorta di “salto nel buio” verso una piattaforma ancora tutta da capire e tuttora in via di sviluppo.

Mitchell Skinner, di OsOpinion, giustifica l’azzardo di Microsoft con l’ipotesi che l’infrastruttura.NET rappresenti per il colosso l’opportunità di continuare a controllare il mercato del software anche nel caso in cui l’azienda dovesse essere divisa in due: da una parte le applicazioni, dall’altra i sistemi operativi.

Far accettare alla grande comunità di sviluppatori Java e Visual Basic il passaggio a C#, non sarà dunque cosa facile. Tutti sanno quanti anni e quanta fatica richieda portare alla maturità un nuovo linguaggio, e se Java ha avuto il grosso vantaggio di essere lo strumento giusto al momento giusto, si potrà dire altrettanto di C#?

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Pubblicato il
30 gen 2001
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