Juno è su Giove, inizia l'esplorazione

Juno è su Giove, inizia l'esplorazione

NASA entusiasta, la sonda ha fatto il suo lavoro senza apparenti sbavature. Ora può cominciare la fase di studio del gigante del Sistema Solare
NASA entusiasta, la sonda ha fatto il suo lavoro senza apparenti sbavature. Ora può cominciare la fase di studio del gigante del Sistema Solare

Milano – Ci sono voluti cinque anni di viaggio e 35 minuti di accensione del motore a idrazina della sonda per piazzare finalmente Juno in orbita attorno a Giove. La data dell’operazione ha finito per coincidere, forse non a caso, col 4 luglio: il successo della prima fase della missione è arrivato nel Giorno dell’Indipendenza , una delle feste più sentite negli USA, coincidenza che gli stessi portavoce NASA non hanno mancato di sottolineare nel comunicato ufficiale.

Il processo di inserimento nell’orbita del più grande pianeta del Sistema Solare è durato come detto poco più di mezz’ora: in quel lasso di tempo il motore principale ha rallentato la sonda fino alla comunque sostenuta velocità di 542 metri al secondo, permettendole così di venire catturata dalla gravità di Giove ed entrare nella routine che la vedrà impegnata nei prossimi mesi di verifiche per i sistemi di bordo. Ci vorranno diverse settimane, infatti, per testare i singoli componenti e tarare gli strumenti : saranno effettuate le prime misurazioni e i primi rilevamenti, ma saranno soltanto per saggiare le capacità della sonda.

Il mese di ottobre, se tutto andrà come da programma (così come non ci sono stati problemi per l’immissione in orbita), vedrà quindi il debutto ufficiale del programma scientifico di Juno: saranno parecchi i compiti della sonda alimentata ad energia solare, tra gli altri la misurazione del complesso campo magnetico del pianeta e un tentativo per valutare la quantità di acqua e ammoniaca nell’atmosfera . Gli scienziati sperano anche di riuscire a confermare o confutare l’esistenza di un nucleo solido all’interno del gigante gassoso, e non mancheranno anche spettacolari immagini ottiche che dovrebbero riprendere dettagli di Giove e delle sue aurore.

Comprendere appieno la natura di Giove è fondamentale per molte ragioni: la stragrande maggioranza degli esopianeti fin qui individuati è appunto costituita da giganti gassosi, dunque appare indispensabile comprendere al meglio come questi pianeti si formino e si evolvano per stabilire che tipo di ruolo abbiano nella modellazione dei sistemi stellari . Oltre a spiegare al meglio la storia del Sistema Solare, le informazioni prodotte da Juno potrebbero servire anche a ottimizzare la ricerca di altri pianeti simili alla Terra che orbitino attorno a stelle diverse dal Sole.

I presupposti per la riuscita di questa missione sono ottimi: già la semplice operazione di rallentamento e inserimento in orbita è stato un enorme successo tecnico, poiché i ritardi nelle comunicazioni a causa della grande distanza (quasi 1 ora) rendevano impossibile qualsiasi correzione o istruzione dalla Terra. Dunque l’intera manovra di approccio è stata delegata al software di bordo , che non ha sbagliato nulla ed ha completato le operazioni con successo.

le tre figurine lego a bordo di juno

Il viaggio di Juno è durato cinque anni, come detto: era decollato da Cape Canaveral il 5 agosto del 2011, e ha percorso 2.800 milioni di chilometri per raggiungere Giove. Resterà nella sua posizione attuale per 20 mesi, percorrendo 37 orbite in totale. Con i pannelli solari aperti, la sonda ha circa la superficie di un campo da calcetto: a bordo , tra molti strumenti scientifici, ci sono anche una targa dedicata a Galileo Galilei e 3 pupazzetti della Lego che ritraggono Galileo stesso, il dio Giove e sua moglie Giunone , ed a quest’ultima che è intitolata la sonda. Il costo totale della missione si aggira su 1,1 miliardi di dollari.

Luca Annunziata

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Pubblicato il
5 lug 2016
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