La NASA ha completato sei delle sette fasi previste per l’allineamento delle ottiche del James Webb Space Telescope. Per l’ultima è necessario attendere il raffreddamento dello strumento MIRI (Mid-Infrared Instrument). L’agenzia spaziale statunitense ha spiegato come il telescopio verrà usato per scoprire le origini di stelle e pianeti.
Piccola correzione dell’orbita
Come anticipato a fine gennaio quando il James Webb Space Telescope ha raggiunto la sua destinazione finale, saranno necessarie periodiche accensioni del suo piccolo propulsore per mantenere l’orbita intorno al punto di Lagrange L2. La scorsa settimana è stata effettuata la seconda correzione, necessaria per contrastare la forza di gravità terrestre e la pressione della radiazione solare sull’enorme schermatura.
Per completare la lunga procedura di allineamento delle ottiche è necessario attendere la temperatura di esercizio del MIRI, l’unico degli strumenti con un sistema di raffreddamento attivo, ovvero un refrigeratore criogenico ad elio (visibile nell’immagine all’inizio dell’articolo), che permette di raggiungere i -266° C (circa 7 Kelvin). Nel grafico sono indicate le temperature degli strumenti:
Nell’attesa, la NASA ha iniziato a fornire alcune informazioni sugli esperimenti scientifici che partiranno in estate. Grazie agli strumenti ad infrarossi, il telescopio permetterà di vedere nell’oscurità, scoprire tracce di giovani stelle o pianeti e rivelare la presenza di composti organici e acqua. In particolare, MIRI consentirà di osservare il gas molecolare vicino a molte giovani stelle dove potrebbero formarsi pianeti rocciosi e potenzialmente abitabili.