Quello che passerà alla storia come il primo velivolo in orbita lunare dell’ente aerospaziale nipponico ha concluso come previsto la sua missione: Kaguya , questo il nome del velivolo, si è schiantato come da copione sulla superficie del satellite terrestre dopo aver raccolto dati per circa 3 anni. In attesa di analizzare quanto racimolato durante la sua missione, la Luna continua ad essere al centro delle mire degli studiosi, complice anche la ricorrenza del 40esimo anniversario dell’arrivo dell’uomo sul piccolo corpo celeste.
Lanciato in orbita nel 2007, il satellite lunare nipponico che prende nome da una leggendaria principessa venuta dalla Luna ha compiuto il suo silenzioso lavoro orbitando ad un centinaio di chilometri dalla superficie, raccogliendo dati utili a portare avanti le varie ricerche volte a decifrare la cosiddetta genesi lunare e la successiva evoluzione del corpo celeste. L’impatto al suolo è stato osservato anche dalla Terra, grazie al potente occhio dell’ Anglo Australian Telescope ( AAT ) che ha immortalato l’evento in una sequenza di scatti .
Una volta conclusa la missione, è tempo di analizzare i dati forniti dal satellite all’equipe di ricercatori alla guida del progetto: “Il prossimo passo consiste nell’analizzare la totalità dei numerosissimi dati forniti da Kaguya, che di sicuro saranno utili per facilitare il proseguire della scienza lunare” ha dichiarato Susumu Sasaki, a capo del progetto della JAXA , la Japan Aerospace Exploration Agency .
Mentre la ricerca continua, espandendo le proprie mire ad altri obiettivi ben più lontani, la Luna continua ad essere il simbolo della storia spaziale, che quest’anno festeggia il 40esimo anniversario dello sbarco umano sul piccolo satellite orbitante. L’entusiasmo intorno allo storico traguardo dell’umanità continua a generare interesse, al punto da spingere il New Scientist ad indire un contest che mette in palio un piccolo frammento lunare. Partecipare è semplice: basta trovare in non più di 75 caratteri (spazi inclusi) una frase alternativa a quella storica pronunciata da Neil Armstrong prima di metter piede sulla silente superficie argentata.
Vincenzo Gentile