La settimana più imprevedibile nella storia americana recente, aperta con l’attentato a Donald Trump e chiusa con il ritiro di Joe Biden dalla corsa alla Casa Bianca, ha visto di conseguenza Kamala Harris caricarsi sulle spalle la responsabilità delle prossime elezioni. Qual è la visione dell’attuale vicepresidente, nonché nuova candidata democratica, a proposito dei temi tecnologici?
La visione di Kamala Harris sui temi tecnologici
Classe 1964, è nata ad Oakland, in California. Un dettaglio non di poco conto, considerando i legami storici della Bay Area con il mondo delle Big Tech. Anche sul fronte repubblicano, J. D. Vance (scelto dal tycoon come proprio eventuale vice) è profondamente connesso alla Silicon Valley.
Se da un lato Harris è stata accusata di non aver fatto abbastanza per fermare la crescita delle Big Tech a livello di potere e influenza, durante il suo incarico da procuratore generale, dall’altro si è spesso espressa in modo critico nei confronti dei CEO, chiedendo l’introduzione di regole più severe per il settore. Ad esempio, da senatrice ha invocato la definizione di normative stringenti contro la disinformazione sui social network. Nel corso della campagna presidenziale 2020 ha poi auspicato una maggiore tutela della privacy in relazione ai servizi online.
A proposito dell’intelligenza artificiale, ha dichiarato che lei e il presidente Biden rifiutano il falso obbligo che imporrebbe di scegliere tra la tutela del pubblico e la promozione dell’innovazione
. Sempre in merito all’IA, sono queste le sue parole a commento della firma dell’ordine esecutivo che, nell’ottobre 2023, ha stabilito le linee guida da seguire.
Gli impegni volontari costituiscono un passo iniziale verso un futuro più sicuro dell’IA. Poi servirà altro, perché, come la storia ha mostrato, in assenza di regolamentazione e di una forte supervisione governativa, alcune aziende tecnologiche tendono a dare priorità al profitto sul benessere dei loro clienti, sulla sicurezza delle nostre comunità e sulla stabilità della nostra democrazia.
Sul tema delle criptovalute, non ha mai preso posizione direttamente. È dunque da presumere sia in linea con la visione dell’amministrazione attuale per quanto riguarda tassazione ecc.
Un altro punto importante è quello legato al ban di TikTok. Di recente si è dichiarata incline a una trattativa con la realtà che controlla la piattaforma, la cinese ByteDance.
Dobbiamo trattare con la proprietà e ci sono preoccupazioni relative alla sicurezza nazionale per quanto riguarda chi controlla TikTok, ma non abbiamo intenzione di ricorrere al ban.