Al volgere della scorsa settimana, in contemporanea mondiale, il produttore russo di soluzioni antimalware Kaspersky ha presentato le nuove versioni delle sue due declinazioni della sicurezza individuale: Kaspersky Internet Solution (KIS) e Kaspersky Anti Virus (KAV) sono ora contrassegnata dalla sigla 2010, oltre che da una confezione rinnovata e da qualche miglioramento annunciato sotto il piano tecnico. Ma nei negozi gli acquirenti potranno trovarle solo a partire da settembre .
In modo piuttosto inusuale, ma a sentire i vertici della filiale italiana è tutto calcolato, le scatole di KIS e KAV 2010 saranno ufficialmente sugli scaffali dalla prima settimana di settembre: non è chiaro se sia una scelta per approfittare del ritorno delle vacanze o se si tratti di una mossa coerente con la logistica necessaria a rimpiazzare le vecchie versioni ancora in circolazione, sta di fatto che il nuovo prodotto è comunque già acquistabile via Internet attraverso il sito ufficiale del produttore (anch’esso rinnovato, e che ora offre maggiore risalto al Kaspersky Lab – il laboratorio di Mosca fortemente voluto dal fondatore Eugene ).
Lo slogan che caratterizzerà la prossima campagna pubblicitaria di Kaspersky, anch’essa in partenza a settembre, riguarderà l’entrata dell’utente in una Green Zone : secondo i creativi che hanno curato la campagna, si tratta della metafora della zona di calma nell’oceano in tempesta di Internet e dei malware che vi circolano (secondo Kaspersky ce ne sono 17mila nuovi ogni giorno), con il software russo a fare letteralmente da spartiacque. Inoltre, alle inserzioni sui giornali e su Internet sarà anche associato il lancio di un sito dedicato alla “educazione” degli utenti, che saranno indottrinati per consentire loro maggiore consapevolezza delle proprie azioni durante l’utilizzo del computer.
In questo direzione si muove una delle novità presentate nel corso della conferenza stampa: ora KIS integra una particolare modalità protetta per l’esecuzione dei programmi che ricalca il concetto di sandbox . Quando un programma viene lanciato in una sorta di macchina virtuale, nessuna delle modifiche che tenta di apportare al sistema possono avere effetto: se si è incerti se un dato eseguibile sia pericoloso, si può decidere di farlo partire in una sandbox per osservarne il comportamento, così da tenersi al sicuro da eventuali effetti collaterali nefasti.
Un browser fatto girare dentro una sandbox dovrebbe garantire contro le infezioni contratte in Rete: in questo senso, si può anche scegliere di rendere una virtual machine persistente, in modo da non perdere eventuali personalizzazioni e configurazioni del software ad ogni riavvio.
Come gran parte della concorrenza, anche Kaspersky guarda al cloud computing come strumento di promozione e protezione: secondo i tecnici grazie all’introduzione di uno specifico modulo, che raccoglie in tempo reale gli aggiornamenti provenienti dal network di monitoraggio dell’azienda, è possibile creare una prima linea di difesa contro i nuovi tipi di infezioni che ogni giorno finiscono in circolazione e rispetto ai quali non è detto che le whitelist e le blacklist, così come i database con le firme dei virus, siano già stati aggiornati.
Dulcis in fundo, una delle migliorie apportate alla versione 2010 farà senz’altro felici quanti sono stufi dei continui reboot di Windows: ora i pacchetti Kaspersky non necessitano di riavvio dopo l’installazione , e sono subito attivi e, se presente la connessione ad Internet, aggiornati all’ultima release disponibile. In attesa di una annunciata novità per Mac OSX, e di nuove versioni per le piattaforme mobile ed enterprise in arrivo entro l’anno.