Un sondaggio commissionato da Kaspersky traccia un profilo tetro dell’immagine dei bambini italiani online. Cose note, cose palesemente sottovalutate, cose per le quali manca chiaramente una vera consapevolezza da parte dei genitori. I risultati del sondaggio, infatti, delineano tutti i pericoli potenziali a cui si abbandona un minore quando non si monitora ciò che è in grado di fare su smartphone e tablet quando lo si lascia da solo di fronte al display.
Kaspersky: i bambini online
La ricerca, commissionata a Educazione Digitale, è stata portata avanti su un campione di 1833 bambini tra i 5 ed i 10 anni: la fotografia della “generazione Alpha” indica che il 40% degli intervistati “pur avendo ricevuto consigli e istruzioni da familiari e insegnanti circa i pericoli della rete, condividerebbe senza problemi dati e informazioni personali come indirizzo di casa, scuola e lavoro dei familiari, ad amici virtuali mai incontrati prima. Il rischio che possano incorrere in malintenzionati non è solo ipotetico: il 36% ha dichiarato di aver ricevuto online proposte di giochi o sfide pericolose da parte di sconosciuti“. Le complesse sfaccettature della percezione del pericolo da parte dei bambini non lascia ben intendere la natura di quest’ultima affermazione, ma è chiaro come la soglia di attenzione nei confronti delle minacce esterne sia estremamente bassa.
In generale il dispositivo elettronico è visto come un fedele compagno di giochi, spesso e volentieri anche al centro delle esperienze con gli amici. Il 55% dei bambini tra 5 e 10 anni già possiede un dispositivo personale e il 20% addirittura arriva ad usarlo più di 2 ore al giorno, online, senza specifici controlli da parte dei genitori. Ma proprio questa porzione di tempo è la più pericolosa in assoluto:
[…] quando è stato chiesto ai bambini se sarebbero disposti a condividere informazioni personali come “dove vivi”, “dove vai scuola” o “che lavoro fanno i tuoi genitori” con amici virtuali mai incontrati prima, il 40% ha affermato che risponderebbe tranquillamente “perché un amico virtuale è pur sempre un amico”. Il 18% risponderebbe ma senza dare troppi dettagli mentre solo il 42% di loro ha affermato di essere consapevole che queste informazioni non andrebbero mai date a degli sconosciuti. Questo dato sorprende ancora di più se si considera che il 93% di loro ha affermato di aver ricevuto da familiari e insegnanti tutte le informazioni necessarie circa i pericoli che potrebbero incontrare online.
Le conseguenze sono chiare: al mondo educational è attribuita grande responsabilità per riuscire a portare nei ragazzi quella percezione del rischio che i genitori spesso trascurano. La scuola ha dunque il dovere di caricarsi responsabilità ulteriori laddove i genitori abdicano alle proprie funzioni di monitoraggio e insegnamento, perché c’è una intera generazione da mettere al sicuro da possibili rischi.