La bozza del National Defense Authorization Act for Fiscal Year 2018 (NDAA) del Senato americano prevede una misura a dir poco restrittiva per i software Kaspersky , una corporation russa che a quanto sostiene la politica a stelle e strisce non è meritevole della fiducia delle istituzioni perché a rischio di collusione con le spie del Cremlino .
Il documento, necessario ad approvare il budget da assegnare alle politiche per la difesa nazionale per il prossimo anno, “proibisce al Dipartimento della Difesa di usare le piattaforme software sviluppate da Kaspersky Lab”. La motivazione? Non meglio specificati “rapporti secondo cui la società con base a Mosca possa essere esposta all’influenza del governo russo”.
La querelle tra i rappresentati americani e Kaspersky conta già una lunga sequela di accuse e professioni di innocenza , con i politici USA preoccupati del possibile coinvolgimento dell’azienda nel Russiagate. Le spie ex-sovietiche che hanno influenzato le elezioni presidenziali sarebbero “passati” proprio attraverso vulnerabilità nel software Kaspersky ben note al Cremlino, dicono le accuse, quindi Kaspersky non può più fare affari con le autorità americane.
BREAKING: Senate draft of NDAA bans use of Kaspersky products by DoD due to reports company “might be vulnerable to Russian govt influence” pic.twitter.com/D3gylJN7Bq
– Dustin Volz (@dnvolz) 28 giugno 2017
La security enterprise moscovita ha sempre rigettato l’ipotesi infamante di collusione con il governo della madrepatria, e a onor del vero Kaspersky ha più volte offerto la massima collaborazione agli USA dichiarandosi persino disposta ad aprire il codice sorgente aggiornato dei suoi software anti-malware per un’ispezione ufficiale.
L’offerta di collaborazione non è stata evidentemente presa in considerazione e ora il Senato si prepara a imporre la massima sanzione che un’azienda commerciale potrebbe temere, e questo a poche ore dalla visita degli agenti federali dell’FBI – una visita “informale” e priva di conseguenze legali, a quanto pare – ai dipendenti dell’azienda presenti negli USA.
Al di là della bozza del senato, Kaspersky è verosimilmente entrata in un gioco politico in cui la sicurezza informatica non c’entra granché: Mosca e Washington sono oramai ai ferri corti per il Russiagate e se la prendono con le rispettive corporation hi-tech, e la stessa società fondata da Eugene Kaspersky alimenta un clima non proprio idilliaco aizzando le autorità antitrust contro Microsoft . In attesa di sapere chi ha ragione, a perderci sono sicuramente gli utenti.
Alfonso Maruccia