Kataweb, pronta al via la piattaforma di blog

Kataweb, pronta al via la piattaforma di blog

Parte oggi: il portale del gruppo l'Espresso punta su TypePad, tecnologia distribuita in Italia da Evectors. Punto Informatico ha intervistato il presidente della società Paolo Valdemarin
Parte oggi: il portale del gruppo l'Espresso punta su TypePad, tecnologia distribuita in Italia da Evectors. Punto Informatico ha intervistato il presidente della società Paolo Valdemarin


Roma – Il gruppo l’Espresso fa un ulteriore passo in avanti sulla strada dei blog. Dopo aver inaugurato qualche mese fa i diari online delle firme più conosciute del gruppo, oggi inaugura su Kataweb una piattaforma per le pubblicazioni di giornalisti e visitatori. E lo fa adottando la piattaforma TypePad dell’azienda americana Six Apart. Punto Informatico ha intervistato Paolo Valdemarin , esperto di comunicazione sul Web e fondatore di Evectors , la società che distribuisce in Italia la tecnologia di blogging.

“La caratteristica che distingue questo servizio dai principali concorrenti – spiega – risiede nel fatto che è completamente ospitato, gestito e mantenuto dal personale di Six Apart, per cui non è necessario preoccuparsi di server, ftp, configurazioni e simili. Inoltre adotta un sistema flessibile che lo rende utile per le diverse tipologie di utenza, dal principiante all’esperto, che vuole usare funzioni più avanzate come il moblogging, la pubblicazione di album fotografici”.

I blog sono offerti gratuitamente agli utenti, come del resto fanno tutti gli altri player del settore, da Splinder a Microsoft, a Yahoo, solo per citarne alcuni. Kataweb pagherà, invece, una cifra (si parla di 3 euro) per ogni blog aperto. In cambio, spera di ottenere un maggior livello di fidelizzazione da parte dei suoi utenti.

Nelle scorse settimane Six Apart ha siglato un accordo analogo con il francese LeMonde , un giornale al quale il gruppo l’Espresso ha sempre guardato con interesse. Sembra, dunque, che l’azienda californiana abbia un certo feeling con i media.

“L’informazione sul Web è in fase di riassetto dopo un primo approccio improntato alla confusione, in cui ci sono state difficoltà nel comprendere come le diverse parti (media, giornalisti, blogger) potessero contribuire a migliorare la qualità dell’informazione – commenta Valdemarin – Oggi scopriamo che si può creare valore incrociando il lavoro della stampa mainstream e del cosiddetto citizen journalism . Il fatto che sempre più media tradizionali stiano abbracciando i weblog non solo come strumenti per pubblicare i propri contenuti, ma come mezzo per coinvolgere i propri lettori ne è la prova. Un Web bi-direzionale, in cui non ci sono solo produttori e consumatori di contenuti, ma dove le parti in gioco si integrano, è una sfida per i gruppi dei media”.

Il mondo dei blog progredisce rapidamente : dopo gli esordi come strumento per raccontare storie, impressioni e idee attraverso lo scritto, ha conquistato l’interesse di chi fa di Internet uno strumento di business. E il settore promette di crescere ancora. “Per ora la gran parte dei contenuti condivisi attraverso i weblog sono di tipo testuale – annota Valdemarin – ma iniziamo a vedere sempre più immagini e, con il podcasting, anche l’audio”.

Il futuro, secondo il fondatore di Evectors, potrebbe essere un po’ meno “pubblico” di oggi. “Credo – prevede – che i blog si proporranno come spazi in cui condividere pezzi multimediali della nostra vita solo con chi vogliamo . Molti diari presenti sulla piattaforma TypePad, ad esempio, già oggi non sono pubblici, ma accessibili solo a ristrette cerchie di persone”.

Le prospettive entusiastiche devono fare i conti con i limiti della tecnologia . Una difficoltà riconosciuta da Valdemarin: “Il videoblogging – osserva – sta partendo in vari paesi, quindi non c’è motivo per non attendersi una diffusione anche da noi. Il principale problema italiano è però dato dal numero ridotto di linee adsl flat, che fa sì che molti utenti percepiscono lo scaricamento di grandi quantità di dati come un costo aggiuntivo. Questa è una preoccupante anomalia italiana che speriamo venga corretta al più presto”.

Luigi dell’Olio

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Pubblicato il
13 lug 2005
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