In questo periodo si fa un gran parlare di grandi conversioni di sistemi P2P e dell’utenza (di ogni fascia di età) ai servizi autorizzati di distribuzione e streaming per i contenuti musicali. Galvanizzata dalle cifre apparentemente a favore dell’idea di una contrazione del file sharing “illegale”, intenzionata a sfruttare quello che sembra un trend nella cui avanguardia si pone di diritto la ex-The Pirate Bay ora nota come The Pay Bay , anche la storica società Sharman Networks si è decisa a rinnovare la propria piattaforma di condivisione sotto l’ala protettrice dell’industria e della blindatura a tripla mandata dei sistemi DRM Windows-only .
Si parla naturalmente di KaZaA, il software noto per aver generato alcune tra le vicende più contestate e importanti nell’ambito della crociata legale dell’industria contro il file sharing, che dopo la promessa fatta tre anni or sono si è finalmente trasformato nel servizio di distribuzione autorizzato che le major volevano. Pagando la sottoscrizione richiesta di circa 20 dollari al mese, gli utenti del “nuovo” KaZaA avranno accesso a tutta la musica che vorranno potendo scegliere di fruire dei brani all’istante o scaricarli in locale per ascoltarli in seguito.
In entrambi i casi il servizio è caratterizzato da un certo numero di limitazioni come la disponibilità nei soli Stati Uniti, il software di accesso che funziona solo su Windows e i file blindati da sistemi DRM in salsa Windows Media e solo tre PC autorizzabili in contemporanea all’ascolto delle tracce. Per provare a differenziarsi in un mercato inflazionato di piattaforme musicali quasi tutte uguali, il nuovo KaZaA dà anche la possibilità di scaricare suonerie per cellulari (su un solo cellulare) e allegare il conto delle spese alla bolletta telefonica oltre che alla solita carta di credito atta allo scopo.
Dal punto di vista della facilità di utilizzo KaZaA “reloaded” non sembra essere affetto da grattacapi di sorta, caratteristica che è meglio non dare per scontata con i servizi ripieni di DRM e lucchetti a destra e a manca. A parte l’esperienza utente, però, il vero problema della piattaforma sarebbe il suo essere abbondantemente fuori tempo massimo nella corsa agli store di musica digitale, un tempo in cui gli MP3 senza vincoli sono la norma.
Il management di KaZaA sprizza naturalmente ottimismo da tutti i pori , puntando tutto (o quel poco che ha da puntare) sul brand e la fedeltà dell’utenza che negli anni scorsi aveva fatto raggiungere numeri consistenti al network di P2P FastTrack . Ma a parte le speranze il parere quasi unanime parla di un flop senza appello per il servizio, tanto più che la combattiva concorrenza prevede anche possibilità di accesso gratuito o quasi agli stessi contenuti musicali messi in vendita altrove.
Alfonso Maruccia