Ancora una volta il Kazakistan fa parlare di sé alimentando polemiche e malumori per le sue decisioni volte ad imbavagliare ulteriormente il web, già pesantemente ammutolito ed oscurato anche in ambiti meno intrisi di politica. A far discutere è una nuova proposta di legge recentemente approvata dal Presidente dello stato a cavallo tra Europa e Asia, volta a rinforzare le redini del potere politico sul web.
In particolare, a spingere l’acceleratore sull’iter burocratico necessario per trasformare la bozza di legge in una normativa a tutti gli effetti sarebbe stato il presidente Nursultan Nazarbayev, che nelle scorse ore avrebbe firmato il provvedimento che fornisce ai tribunali locali il potere di bloccare con poche difficoltà qualsiasi sito web venga ritenuto non idoneo , sia esso interno o esterno al paese. Inoltre, grazie al nuovo provvedimento, forme di comunicazione online come chatroom, forum, blog e, persino shop online verranno considerati come veri e propri media.
La notizia ha suscitato la viva indignazione sia da parte di attivisti locali, che avrebbero tentato in tutti i modi di contattare il Presidente sperando in un suo ripensamento, che da parte dell’ Organization for Security and Cooperation in Europe ( OSCE ), che ha inutilmente chiesto di porre un veto alla legge, vista come un vero e proprio strumento di censura. Come ormai noto a molti, quello appena descritto rappresenta solo l’ultimo dei provvedimenti presi dal Kazakistan in materia di regolamentazione del web: tale strategia è valsa all’ex repubblica dell’Unione Sovietica il ruolo di sorvegliato speciale proprio da parte dell’OSCE.
In attesa di ulteriori dettagli sul provvedimento che, stando ai primi commenti presenterebbe non pochi punti oscuri nonché qualche vulnerabilità, gli utenti kazaki si interrogano sulle implicazioni future della nuova legge. A fornire uno degli scenari possibili è il blogger adam-kesher (in un post non più raggiungibile riportato da Global Voices Online ), secondo il quale “Internet è un ambiente impossibile da regolamentare. Questo spingerà molti utenti ad utilizzare proxy, anonimizzatori e altri software utili ad aggirare tali restrizioni”. Una mossa che, secondo il blogger, “porterà al passo successivo che vedrà il ban per applicazioni come Tor o simili”.
Comunque, come già anticipato, la nuova normativa presenta anche alcuni punti deboli, che potrebbero permettere agli utenti di rallentare notevolmente o bloccare il lavoro dei giudici chiedendo l’autorizzazione ufficiale ad aprire un nuovo blog salvo poi chiuderlo subito dopo averla ottenuta. Inoltre, un altro metodo indicato per i dissidenti sarebbe quello di far fioccare ricorsi e lamentele in presenza della chiusura di siti web che prevedono la registrazione tramite abbonamento, poiché stando a quanto riportato da GVO ciò “violerebbe i loro diritti”.
Vincenzo Gentile