Roma – Quasi ogni città ha la sua università e alcune hanno facoltà scientifiche con alto tasso di appassionati di computer. Molto spesso i sistemi Unix vengono sostitutiti con sistemi Linux ed ecco comparire una moltitudine di studenti che cercano un pc fisso o portatile con il pinguino preinstallato. Chi ne fa le spese sono soprattutto i negozianti nelle immediate vicinanze dell’ateneo, man mano che ci si allontana la pressione scema.
Mi è capitato di sondare il terreno alla ricerca di un notebook economico con Linux di serie, ho chiesto a quasi tutti i negozi della mia città e a molti nella provincia. Se lontano dalle zone universitarie ci si sente rispondere con un secco “noi non abbiamo…”, più ci si avvicina alla tana del sapere si trovano negozianti dispiaciuti del fatto ma che non intendono risolvere il tuo problema, oppure venditori imbarazzati o anche scocciati.
Sembra che il pinguino turbi gli animi e che porti allo scoperto un sistema economico del personal computer monopolizzato. Ad ogni richiesta di un portatile con una Mandrake pre-installata cade rovinosamente un sistema su cui il negozio basa il rapporto col cliente. Il fragore è appena percettibile dove la pressione degli studenti è poca, dirompente dove gli affari si fanno con le migliaia di informatici in erba.
Per esempio MediaWorld non ha difficoltà a dare una risposta secca e negativa, invece un negozio che vende all’università e che si trova nei suoi pressi non è altrettanto tranquillo e risponde in modo scocciato alla consueta mia domanda. La risposta del venditore è stata un lungo monologo con un mio singolo appunto sulla necessità di avere garanzie da lui che il portatile con Linux fosse funzionante, alla fine ha sbottato in modo poco cortese, rendendo evidente una certa pressione che si sentiva addosso.
Un altro negozio nel circondario universitario mi ha illuminato dichiarando candidamente che la richiesta di portatili con Linux pre-installato è forte, era al corrente dei sistemi Linux adottati nell’università ma era palese che non fosse interessato a fare nulla per il cliente.
È evidente che i negozi di personal computer vendono un “sistema economico”, non vendono una soluzione per i clienti e neppure fanno i propri affari. Mi è stato detto che i professori che trovano un portatile adatto a Linux, ne acquistano una elevata quantità di quel modello, il negoziante non li agevola in questo anche se ne vanno di mezzo i suoi interessi. Per Windows di serie mi diceva che esiste la possibilità teorica di riavere indietro il costo del software ma che nessuno ci era riuscito. È interessante vedere come un venditore fosse informato su aspetti esoterici di informatica: il pinguino, la licenza di Windows, il rimborso sono aspetti che nessuno conosce eccetto i negozianti nei paraggi delle università.
Si trovano pure i linari dentro i negozi, a volte studenti, a volte ingegneri che si sono formati alla dura scuola di Unix e che lavorano con grosse realtà industriali, sui portatili sono possibilisti ma anche loro non danno un prodotto certo. Speriamo per il futuro.
Possibilità concrete di avere un laptop compatibile con Linux ce ne sono ma solo cercando in rete. Per esempio per meno di ottocento dollari la Microtel fornisce un portatile con microprocessore Transmeta adatto a molti usi ma soprattutto pensato per Linux. La ditta Lindows offre diversi notebook attraverso vari negozi che forniscono di serie la sua distribuzione Linux. Siamo ancora agli inizi ma qualcosa si muove.