Kepler è tornata

Kepler è tornata

La sonda ha ripreso le normali comunicazioni e presto ricomincerà anche la campagna scientifica. La NASA indaga sulle cause del blackout
La sonda ha ripreso le normali comunicazioni e presto ricomincerà anche la campagna scientifica. La NASA indaga sulle cause del blackout

Buone notizie per la sonda Kepler, che al momento si trova a circa 75 milioni di chilometri dalla Terra: dal centro di controllo della missione di esplorazione hanno fatto sapere che i tecnici sono riusciti a ripristinare correttamente le comunicazioni e l’assetto con la sonda , e quest’ultima ha di nuovo l’antenna di trasmissione correttamente orientata verso casa e dunque si prepara a ricominciare le sue osservazioni del centro della Galassia.

Ricapitoliamo brevemente i fatti: dopo l’ultimazione dell’ultima campagna di osservazioni, terminata il 23 marzo, i tecnici NASA avevano avviato una procedura di risparmio energetico denominata PRS (Point Rest State) volta a minimizzare i consumi in attesa dell’inizio della campagna successiva. Quel che è accaduto lo scorso 8 aprile è stato che, durante le procedure per il risveglio, Kepler non abbia risposto correttamente ad alcune istruzioni e non si sia riallineata nella posizione fissata per cause ancora da accertare.

Nonostante l’enorme distanza che separa Kepler dalla Terra, la NASA è riuscita comunque a ripristinare correttamente le comunicazioni (rese difficoltose per un allineamento non corretto dell’assetto) e a scaricare i dati immagazzinati in memoria a bordo di Kepler. Le cause del malfunzionamento sono ancora da chiarire , ma un’indagine è stata già avviata e procederà all’analisi delle informazioni in parallelo con la normale attività scientifica della sonda che resta tuttora una priorità.

Si tratta in effetti del primo malfunzionamento di questo tipo registrato da Kepler dopo anni di attività: sembra siano già stati esclusi alcuni sottosistemi di bordo dalla lista dei colpevoli, così come pare sia improbabile che sia stata la manovra ordinata dalla Terra a causare la perdita dell’assetto. La speranza dei tecnici è che ovviamente si sia trattato di un semplice imprevisto occasionale , e non di un problema ai meccanismi che ne regolano l’assetto che se malfunzionanti pregiudicherebbero definitivamente il prosieguo della missione alla ricerca di esopianeti.

Luca Annunziata

Link copiato negli appunti

Ti potrebbe interessare

Pubblicato il
13 apr 2016
Link copiato negli appunti