Il governo federale degli Stati Uniti ha annunciato di aver inflitto un duro colpo alla pirateria online in seguito all’arresto in collaborazione con le aurorità polacche del (presunto) proprietario e amministratore di Kickass Torrents , il trentenne ucraino Artem Vaulin (noto come “tirm”). Al fermo ordinato dalla corte federale di Chicago si accompagna il sequestro di sette nomi a dominio con il quale KAT era raggiungibile (tra cui kickasstorrents.com, kat.ph, kickass.to, kickass.so, kat.cr) e di un conto corrente bancario. Vaulin è accusato di violazione di copyright e riciclaggio (pene potenziali di 5 e 20 anni, rispettivamente ) e fronteggia la concreta possibilità di essere estradato negli USA.
Kickass Torrents era online dal 2008 ed è diventato, specie in seguito ai guai dell’allora più popolare The Pirate Bay , il più visitato tracker torrent al mondo. I numeri riportati nell’affidavit: 50 milioni di utenti unici al mese, 69simo posto nella classifica dei siti più visitati del web, disponibile in 28 lingue, profitti derivanti dalla pubblicità stimati tra 12 e 22 milioni di dollari.
Secondo l’assistente procuratore Leslie R. Caldwell, KAT rendeva disponibili link a materiale dal valore complessivo superiore al miliardo di dollari . Vaulin “operava server in paesi di tutto il mondo e spostava domini ripetutamente a seguito delle chiusure disposte nei vari procedimenti civili” nel Regno Unito, Irlanda , Italia , Danimarca, Belgio e Malesia. Una di queste location, fino a gennaio 2016, era proprio Chicago: un dettaglio che spiega la giurisdizione legale dalla quale provengono queste accuse.
Le indagini hanno ricostruito il ruolo di Vaulin nel corso del tempo: designer del sito originale e coordinatore principale in origine, si è poi prodigato per la creazione di una società di copertura , Cryptoneat, con sede in Ucraina e grazie alla quale venivano nascosti i movimenti di denaro generati dalla vendita di pubblicità sul sito. Gli investigatori hanno contattato gli allora anonimi (sotto l’evidente pseudonimo di Mister White ) rappresentanti del sito per l’acquisto di spazi pubblicitari su KAT, al costo di 300 dollari al giorno per quelli base e fino a 3.200 dollari per i banner più prominenti. Questo ha permesso di mettere le mani sulle coordinate di due conti correnti (uno lituano, l’altro estone) e alle informazioni ad essi associate, grazie all’esistenza di accordi bilaterali di assistenza legale nelle investigazioni di respiro internazionale, noti come MLAT . A nulla poteva servire in questa istanza la raccomandazione di “non menzionare KAT da nessuna parte” nelle disposizioni di bonifico.
La cronistoria bancaria ha portato a ricostruire in parte quella delle location dei server. In particolare gli investigatori sono riusciti (sempre grazie ad accordi MLAT) a clonare i dischi di alcuni server in Canada, che oltre al tracker gestivano anche il server di posta elettronica di KAT. Tantissime a quel punto le ulteriori informazioni potenzialmente incriminanti : messaggi, pagamenti, indirizzi IP. Uno di questi indirizzi IP è stato selezionato, collegandolo ad un accesso sulla pagina Facebook di KAT e ad un acquisto su iTunes effettuati dall’utente tirm@me.com durante la stessa giornata, nel luglio del 2015.
Vaulin si è anche beffato nel corso del tempo delle segnalazioni DMCA con le quali gli studios cinematografici e le major discografiche richiedevano la rimozione delle loro proprietà intellettuali da KAT. La risposta, preconfezionata e sempre identica, includeva una serie di criteri da soddisfare molto vaghi e prove dettagliate da fornire affinché la richiesta potesse essere valutata.
Allo stato attuale nessuno dei domini di Kickass Torrents sembra raggiungibile e persino la pagina sullo stato del servizio risulta down. Non tutti i domini e i server gestiti da KAT sono stati posti sotto sequestro, e quindi parte dell’oscuramento sembra essere stato messo in atto volontariamente da parte del team rimasto (nessuno oltre a Vaulin è stato identificato) in attesa di valutare il da farsi. Rimane però difficile rivedere il sito online : è praticamente certo ci siano copie di backup dei database con tutti i link, ma con la disponibilità del contenuto dei server da parte dei federali non è immediato capire fino a che punto l’infrastruttura di KAT sia stata compromessa. Una brutta notizia per gli uploader più prolifici, la cui attività sul sito è ora a disposizione delle autorità. Come sempre in seguito alla chiusura di siti così popolari, ora è alto il rischio che compaiano cloni pronti a servire malware agli utenti desiderosi di scaricare la prossima puntata del loro telefilm preferito.
Stefano De Carlo