Come il cattivo nei film di James Bond, nel thriller tra politica e copyright messo in scena dalle major di Hollywood in collaborazione con il governo statunitense: è la nuova versione cinguettata dal founder di Megaupload Kim Dotcom, nell’ennesima evoluzione della saga legale che ha coinvolto il suo impero del file hosting.
John Key, attuale premier nel governo neozelandese, ha recentemente puntato il dito contro gli agenti del Government Communications Security Bureau (GCSB). L’intelligence locale è stata così accusata di aver intercettato illegalmente le comunicazioni del corpulento boss dei cyberlocker.
“Mi aspetto che le nostre agenzie d’intelligence operino sempre nel quadro della legge – ha spiegato alla stampa Key – Le loro operazioni dipendono dalla fiducia dei cittadini”. Lo stesso premier neozelandese ha chiesto ai vertici del GCSB di avviare un’indagine interna per far luce sull’accaduto e identificare i responsabili .
Stando a quanto dichiarato dal Primo Ministro, il Bureau neozelandese non avrebbe mai ottenuto alcuna autorizzazione per intercettare le comunicazioni del founder di Megaupload . Simili pratiche potrebbero avere delle conseguenze rilevanti nel processo che potrebbe portare all’estradizione negli States per Dotcom e soci.
Mauro Vecchio