È tornato online come in una resurrezione digitale, cinguettando al mondo il suo personale ringraziamento a tutti i seguaci. Il boss di Megaupload Kim Dotcom è dunque riapparso su Twitter a cinque mesi dal violento raid scatenato dalle autorità statunitensi contro il suo impero del file hosting. @kimdotcom è il nuovo account aperto dal founder di origini tedesche per tornare a guerreggiare con le grandi etichette discografiche.
In attesa dell’eventuale estradizione in terra statunitense, Dotcom si è finalmente liberato dell’ordine restrittivo che gli impediva di accedere anche soltanto alla posta elettronica . Dal nuovo profilo cinguettante sono subito emerse dichiarazioni al vetriolo, compresa una foto caricata su Instagram che ha fatto rapidamente il giro della Rete. Kim Dotcom insieme al co- founder di Apple Steve Wozniak.
Ma cosa ci faceva Megawoz – così come è stato soprannominato dallo stesso Dotcom – nella villa neozelandese di un boss agli arresti? “È un grande uomo e soprattutto un grande sostenitore di Electronic Frontier Foundation (EFF) – ha cinguettato Dotcom – e sta cercando di aiutare gli utenti di Megaupload a riavere i propri file. Grazie Woz e EFF”. Nessun commento è stato rilasciato alla stampa da Wozniak.
La visita del co- founder di Apple non è l’unica novità sul fronte Megaupload. Un secondo cinguettio di Dotcom ha infatti svelato un’immagine in esclusiva, relativa ad un progetto nato ancor prima del raid federale. È il progetto Megabox, un’innovativa piattaforma di hosting per ospitare “in maniera illimitata” tutta la musica prodotta dai vari artisti . In altre parole, un concorrente diretto di iTunes (alla faccia dell’amicizia con Woz).
Per la verità, di Megabox si era già parlato in una teoria del complotto a pochi giorni dall’offensiva dei federali. Le stesse autorità di Washington avrebbero agito su pressione dell’industria, in vista del lancio imminente di un servizio musicale in stile iTunes. La nuova sfida di Dotcom avrebbe dunque allarmato l’industria musicale, in particolare per le modalità di compensazione previste da Megabox.
Nei suoi recenti micropost, il boss di Megaupload ha infatti ribadito che gli artisti su Megabox verrebbero ricompensati con il 90 per cento dei ricavi da ogni singolo download . Una cifra mostruosa, che effettivamente rischierebbe di mettere a soqquadro l’attuale versione del mercato digitale. Dotcom ha tuttavia confermato che Megabox resta per ora nella fase work in progress .
“Le grandi etichette credono che Megabox sia morto – ha spiegato su Twitter Dotcom – Artisti, gioite ancora. Sta arrivando per liberarvi”. Un fatto pare assodato: dopo il congelamento di Megaupload, l’imperatore del file hosting vuole spingere ancora di più su un progetto già ideato prima del grande caos. Per una nuova opportunità di business e, chissà, per vendicarsi amaramente dello schiaffo ricevuto dall’industria dell’ entertainment .
Mauro Vecchio