L’appello cinguettato dal guru del file hosting Kim Dotcom per chiedere il soccorso delle grandi potenze del Web con una curiosa offerta di scambio. “Google, Facebook, Twitter, vi chiedo aiuto – ha esordito il founder di Megaupload – Siamo tutti sulla stessa barca del DMCA ( Digital Millennium Copyright Act, nda ). Potete sfruttare gratuitamente il mio brevetto. Ma vi prego di aiutarmi nella difesa legale”.
Frustrato dall’estenuante battaglia contro le autorità statunitensi, Dotcom sembra averne abbastanza. In un secondo cinguettio su Twitter si può leggere: “Sono un innovatore, non un criminale. Vivo nel futuro, non nel passato. Le mie innovazioni aiutano le persone, non le danneggiano. Smettetela di perseguitarmi”. Dunque, l’innovatore Kim Dotcom ha snocciolato una serie di sue invenzioni, tra cui il sistema di sicurezza noto come autenticazione a doppio fattore .
“Volete acquistare la licenza globale per sfruttare il mio brevetto dell’autenticazione a doppio fattore? – offre Dotcom nella sua personale televendita in 140 caratteri – In 13 nazioni inclusi Stati Uniti e Cina. Inviate un messaggio di posta elettronica all’indirizzo twitter@kim.com “. Registrato nell’aprile 1998 da Kim Schmitz, il brevetto numero 6078908 A riguarda effettivamente un metodo per l’autorizzazione nei sistemi a trasmissione dati .
Come spiegato dallo stesso Dotcom in un’intervista con la redazione della testata specializzata TorrentFreak , ogni settimana vi sarebbero miliardi di casi in cui il suo sistema di autenticazione viene sfruttato senza autorizzazione. Fortunatamente, l’astio di Dotcom verso il sistema brevettuale avrebbe finora impedito una serie di denunce a raffica, per il bene della conoscenza e della diffusione delle idee nella società moderna. Sembra però che lo stesso Dotcom abbia cambiato idea davanti alle insostenibili spese legali nel processo che potrebbe portarlo all’estradizione negli States .
Se il founder di Mega ha bisogno di 50 milioni di dollari per continuare a combattere in aula, i vertici della piattaforma di microblogging Twitter sono stati in qualche modo costretti ad aggiornare i sistemi di sicurezza nelle attività di login agli account cinguettanti. Dopo la recente ondata di cyberattacchi – ultimo quello rivendicato dalla milizia cibernetica Syrian Electronic Army (SEA) – il social network californiano aveva davvero bisogno di nuovi e più efficaci sistemi di protezione dei profili.
E sarà proprio l’invenzione di Dotcom a proteggere gli utenti del tecnofringuello, che potranno spuntare una specifica casella per richiedere un codice di verifica ad ogni singolo accesso alla piattaforma . In sostanza, dopo l’inserimento delle tipiche credenziali, Twitter spedirà in automatico un codice numerico per completare il login. La feature sarà però attiva solo per quegli account in possesso di un indirizzo di posta e di un numero telefonico verificato.
Mauro Vecchio