Non è semplicemente risoluto nel voler affrontare le autorità statunitensi per dimostrare la propria innocenza e la legalità del fu Megaupload, ma è pronto ad aggredire gli States con una ventata di novità sul fronte politico: Kim Dotcom ha annunciato di volersi fare portavoce della divisione americana dell’Internet Party, movimento che ha fondato in Nuova Zelanda per sollevare il dibattito su Internet, libertà digitali e copyright.
Ìm not a pirate.
Ìm not a fugitive.
Ìm not a flight risk.
Ìm your Internet Freedom fighter
AND
Hillary’s worst nightmare in 2016!
– Kim Dotcom (@KimDotcom) 1 Dicembre 2014
Dotcom lo ha annunciato solo poche ore dopo essere scampato alle carceri neozelandesi convincendo le autorità di Auckland dell’infondatezza dei timori delle autorità statunitensi che sospettavano fosse pronto a darsi alla macchia per sfuggire alle udienze con cui si deciderà della sua estradizione: si batterà per le libertà in Rete a favore dei netizen statunitensi, sarà “il peggior incubo” per Hillary Clinton e la sua campagna elettorale in vista delle elezioni presidenziali del 2016.
L’imprenditore non teme il ripetersi della sconfitta incassata in Nuova Zelanda, dove l’Internet Party in cui aveva investito oltre 3 milioni di dollari neozelandesi, quasi due milioni di euro, ha fallito nella propria missione . Non sembra più temere nemmeno l’impatto dello stigma impresso sulla sua persona dalla chiusura di Megaupload e dalle denunce dell’industria del copyright, che già lo aveva costretto a rinunciare a progetti come Mega e come il servizio di streaming musicale Baboom. La sua figura di rilievo sarà impiegata proprio nelle “pubbliche relazioni” per la costola statunitense dell’Internet Party, che sarà ufficialmente sostenuto da “celebrità che operano nell’ambito dell’industria della musica, del cinema e di Internet” e sarà gestito e finanziato da cittadini statunitensi.
Da sempre critico nei confronti del sistema politico statunitense e delle lobby che lo sostengono , Dotcom avrà una occasione supportare le proprie istanze presso i cittadini del paese che lo vuole vedere sconfitto .
Gaia Bottà