“Le mie scuse a Kim Dotcom e a tutti i cittadini neozelandesi”. In una recente conferenza stampa, il primo ministro della Nuova Zelanda John Key ha ammesso l’errore ai vertici del Government Communications Security Bureau (GCSB), accusato di aver intercettato illegalmente le comunicazioni del founder di Megaupload .
In sostanza , il governo neozelandese non avrebbe protetto adeguatamente la privacy del boss del file hosting, nel mirino dell’intelligence locale dopo il raid statunitense contro il cyberlocker con base ad Hong Kong. Lo stesso direttore del GCSB Ian Fletcher ha ammesso il clamoroso errore nella revisione dei documenti nella divisione immigrazione .
Come spiegato alla stampa dal premier kiwi, gli agenti del Bureau avrebbero dimenticato un dettaglio fondamentale: Kim Dotcom è a tutti gli effetti un cittadino neozelandese, avendo ottenuto anni fa lo status di residente .
In base alla legge nazionale sulle intercettazioni, nessun cittadino può essere spiato senza l’autorizzazione di un giudice. L’intelligence ha facoltà di intercettare le comunicazioni di soggetti residenti all’estero , per combattere il crimine o attività terroristiche. Di origini tedesche, Kim Dotcom ha accettato le scuse con un cinguettio su Twitter.
Mauro Vecchio