Erano gli anni d’oro di Megaupload quando Kim Dotcom era stato visto sfrecciare a 149 chilometri orari a bordo della sua Mercedes AMG, in un tratto di strada dove vige il limite di 50 chilometri orari. Era stato inseguito dalla polizia fino alla propria villa neozelandese: Dotcom aveva ammesso l’errore e aveva pagato la multa. Lo sgarro commesso nel 2009 potrebbe ora costargli l’espulsione dalla Nuova Zelanda, e ripercuotersi sul procedimento con il quale sta tentando di sfuggire all’estradizione verso gli Stati Uniti, dove è atteso per essere giudicato per la presunta violazione delle leggi sul copyright.
Dear Mr. Dotcom,
Here are your options:
Extradition or Deportation.
Regards,
The New Zealand Government
– Kim Dotcom (@KimDotcom) 16 Aprile 2015
Il motivo per cui l’eccesso di velocità potrebbe costargli caro è la mancata dichiarazione delle proprie colpe nei documenti per ottenere la cittadinanza neozelandese, documenti che aveva depositato presso l’ufficio immigrazione nel 2010, 8 mesi dopo la multa.
Kim Dotcom si è dichiarato vittima di un’incomprensione con i legali che lo hanno assistito nella compilazione della richiesta, e il Ministero dell’Immigrazione neozelandese valuterà la sua pratica nel corso di questo mese: potrebbe decidere per l’espulsione del fondatore di Megaupload.
Dotcom potrebbe essere riconsegnato alla Finlandia o alla Germania, dove detiene la cittadinanza. Non è chiaro come l’eventuale espulsione possa influire sul confronto in tribunale in corso per decidere della sua estradizione verso gli States, ripetutamente rimandato e ora fissato per il mese di giugno.
Nel frattempo le autorità degli Stati Uniti si sono legalmente aggiudicate tutti i beni sequestrati a Dotcom, tecnicamente ritenuto un fuggitivo. In fuga per reati per cui deve ancora essere giudicato.
Gaia Bottà