DVD Jon aveva già pensato a liberare i contenuti blindati di Apple restituendo agli utenti il possesso di quanto acquistato, ora pare sia venuto il tempo anche per Amazon e gli e-book di Kindle di finire tra le grinfie degli hacker con il pallino del crack di tecnologie di restrizione. Lo sforzo è corale ma il risultato è identico: con un po’ di buona volontà è possibile copiare e leggere i libri elettronici protetti di Kindle su altri dispositivi normalmente non compatibili con il lettore statunitense.
L’hack, come in ogni buona storia di “pirateria”, è nato da una sfida lanciata su un forum specializzato in lingua ebraica. Poco dopo una settimana due diversi utenti, uno di nazionalità israeliana (“Labba”) e l’altro americano (“ilovecabbages”) hanno annunciato di aver raggiunto lo stesso obiettivo : sviluppare un tool in grado di rendere universalmente fruibili gli ebook proprietari di Amazon.
Secondo quanto scrive uno degli hacker sul suo blog , Amazon ha provato a fare le cose per bene con il DRM implementate nell’applicazione “Kindle for PC”, sviluppata a partire dallo stesso algoritmo di cifratura del firmware del lettore ma in grado di sfruttare una diversa “session key” per ogni ebook cifrato/decifrato su disco. Kindle, al contrario, usa una singola “device key” per il lavoro di protezione dei libri elettronici.
Il risultato degli sforzi degli hacker si chiama Unswindle , un software capace di convertire i libri presenti nell’applicazione Kindle for PC nel formato “universale” Mobipocket , su cui gli ebook di Kindle sono parzialmente basati e per cui sono disponibili lettori software gratuiti per diversi smartphone e dispositivi portatili (Symbian, Windows Mobile, Palm OS, BlackBerry e lo stesso Kindle tra gli altri).
Unswindle va usato in congiunzione a MobiDeDRM , un altro tool di decrypting (sviluppato dall’hacker noto come “darkreverser”) che prende appunto di mira le protezioni del summenzionato formato Mobi. Assieme, Unswindle e MobiDeDRM convertono gli ebook venduti su Kindle nel formato Mobi “aperto”, per il sottile piacere dei “pirati” abituati a fruire dei propri contenuti come meglio preferiscono .
Amazon non ha ancora fatto pervenire alcuna risposta ufficiale all’hack di Kindle, anche se la sua pubblicazione suona a dir poco ironica vista l’esperienza pregressa della società di Jeff Bezos con DRM, pratiche commerciali orwelliane e affini. “I DRM non sono un modo efficace per prevenire la copia né si tratta di un buon modo per vendere”, aveva detto profeticamente il columnist Cory Doctorow al lancio di Kindle, sottolineando come non ci fosse nessun consumatore disposto a dire che “quello di cui ho bisogno è un libro elettronico che fa di meno”.
Il 2010 non è ancora iniziato ma già si prospetta interessante dal punto di vista della “pirateria” su tablet ed ereader. Dopo Kindle è stato infatti il turno di Nook , l’antagonista del lettore di Amazon recentemente presentato da Barnes&Nobles che si è appena guadagnato un exploit capace di veicolare l’installazione di software “homebrew” prima ancora di divenire un prodotto di massa.
Alfonso Maruccia