Amazon ha deciso di non affidarsi esclusivamente alla Rete per la distribuzione di Kindle, il dispositivo con cui domina il settore e intende accompagnare la sua transizione agli ebook: in ballo c’è la difesa delle posizioni raggiunte minacciate non solo dagli altri e-reader, ma anche dai tablet.
iPad, infatti, non è più il solo dispositivo che mina il nascente mercato degli ereader: l’imminente arrivo di Samsung Galaxy Tab e degli altri device Android (meno costosi degli omologhi con la Mela) spinge gli osservatori a rifare i conti del settore degli e-reader
Gli analisti di Informa Telecoms & Media , per esempio, parlano adesso generalmente di “vendite di smartbook” comprendendo in una fascia unica e-reader e tablet : del settore, per cui si prevede un’impennata nelle vendite (da 3,65 milioni del 2010 a quasi 50 milioni nel 2014), i vincitori sarebbero proprio i secondi a discapito dei primi, cannibalizzati dai cugini multifunzionali nonostante l’abbattimento dei costi e l’evoluzione degli schermi epaper.
Alcuni commentatori , infatti, ritengono che la non specificità dei tablet e la possibilità, dunque, di poterli utilizzare per più scopi (oltre la lettura degli ebook) compensi ampiamente la durata inferiore della batteria e la migliore qualità di lettura offerta dagli schermi non retroilluminati degli e-reader.
I produttori di e-reader, in ogni caso, sentono la pressione della concorrenza e tentano, di conseguenza, di fortificare il proprio mercato ed estenderlo occupando posizioni importanti prima che esploda la produzione di tablet: dopo il taglio dei prezzi, la nuova risposta di Amazon è la decisione di mettere Kindle sugli scaffali di Best Buy in tempo per le feste .
Qui trovano già spazio il Reader Sony e il Nook di Barnes&Noble, che quindi ora non avranno più il vantaggio della prossimità rispetto al modello di Amazon.
La decisione della libreria online è stata ponderata e prima di diventare definitiva è stata preceduta da un primo esperimento di estensione dei punti vendita, che va avanti da qualche mese con la catena Target, in cui però non figurano i concorrenti e che offre una distribuzione meno capillare.
Claudio Tamburrino