A lanciare l’allarme è stato un recente studio pubblicato da un gruppo di ricercatori dell’Università di Berkeley: alcuni tra i principali siti web si sarebbero serviti di una potente tecnologia di tracciamento, praticamente impossibile da neutralizzare per milioni di netizen .
A realizzarla è stata KISSmetrics , startup di San Francisco fondata nel 2008 e gestita da un gruppo di quasi 20 persone. Appunto un servizio di tracciamento delle attività degli utenti, capace di rivelare ai vari siti informazioni come il numero complessivo dei visitatori, la loro provenienza web, i vari contenuti visitati .
Una versione più completa di Google Analytics, almeno secondo i vertici di KISSmetrics . Ciò che ha però allarmato gli esperti californiani è la straordinaria resistenza mostrata dalla tecnologia di KISSmetrics , che riuscirebbe a tracciare persino dopo il blocco dei cookie o l’attivazione di varie tecniche per la navigazione anonima .
Ad adottare il servizio sono stati alcuni tra i più visitati siti della Rete, in primis quelli di Hulu e di Spotify. Entrambi gli spazi online sono caduti dalle nuvole, annunciando l’immediata fine dei rapporti con i vertici di KISSmetrics . Negli Stati Uniti è però partita la prima class action per violazione massiva della privacy.
Hulu e KISSmetrics sono state dunque denunciate alle autorità federali, dopo che la Federal Trade Commission (FTC) aveva già iniziato la sua agguerrita battaglia contro le attività di tracciamento indiscriminato degli utenti. I vertici della startup californiana hanno sottolineato come la tecnologia sia stata implementata senza scopi fraudolenti .
Mauro Vecchio