Il Dipartimento di Giustizia USA ha annunciato una task force speciale che avrà un ruolo del tutto peculiare da oggi in avanti: si tratta della cosiddetta KleptoCapture, un gruppo il cui ruolo sarà quello di assicurarsi che le restrizioni imposte alla Russia possano arrivare a destinazione, senza incontrare workaround che possano ridurne l’impatto.
KleptoCapture dovrà, in particolare, mettere nel mirino tutti coloro i quali, dotati di maggiori risorse e strumenti, tenteranno in ogni modo di eludere le misure per mettere al riparo le proprie ricchezze. Gli oligarchi, in modo particolare, sono già nel mirino poiché considerati l’ultimo bancomat di un Vladimir Putin che fin qui ha concesso loro ampi spazi di manovra per potersi arricchire in occidente grazie alle risorse ricavate sul terreno di casa.
Se dunque gli oligarchi pensano di poter riparare la propria miliardaria fortuna con beni immobili, criptovalute o asset nascosti, ora hanno una sfida ulteriore da affrontare: la task force entra immediatamente all’opera con il potere di congelare qualsiasi asset o movimentazione vietati dalle restrizioni imposte.
KleptoCapture
La task force potrà avere un ruolo molto importante in questo braccio di ferro tra Russia e Stati Uniti. Tra gli obiettivi prioritari v’è il monitoraggio delle criptovalute, affinché non ci siano margini affinché gli oligarchi (sia quelli di prima fila, sia i tanti funzionari arricchiti al soldo di Putin) non possano investire in Bitcoin, Ethereum, NFT o altri cryptoasset i loro milioni/miliardi.
Le misure sono state pensate per congelare i beni esteri, fermare le transazioni e abbattere il Rublo. Per rendete efficaci queste misure occorre fare in modo che le criptovalute non possano diventare la via di fuga. La KleptoCapture opererà quindi azioni di tracciamento sui movimenti sospetti individuati e andrà a congelare ogni movimento correlato alle persone colpite dall’ostracismo occidentale. Anche l’Italia collaborerà con la nuova task force insieme a Francia, Germania, Regno Unito, Canada e Commissione Europea.
Così come la NATO non intende aprire un conflitto diretto con la Russia al fine di evitare una pericolosa escalation (più volte minacciata dal ministro russo Lavrov), la strategia delle sanzioni economiche deve riuscire a soffocare l’economia russa al punto da stimolare una protesta che indirizzi la propria ira contro il leader. Che la sommossa parta dagli oligarchi o dal popolo, o che ci pensi il ricco apparato di funzionari su cui si regge la macchina statale, poco importa: per tutti deve esserci la minaccia di un repentino impoverimento e nessuna velleità di sfuggire alla morsa sfruttando criptovalute o portafogli nascosti all’estero.