Si chiama Kno il prodotto (atteso entro l’anno sul mercato) con cui la startup omonima di Osam Rashid (già fondatore di Chegg, una specie di Netflix per i testi scolastici) vuole sostituire i libri di testo. Cambiando il mondo degli studenti universitari e, magari, riducendogli un poco il peso della cultura da portare a tracolla o sulle spalle.
Kno, diminutivo di knowledge , è specificatamente indirizzato al mondo del college ed è un device costuito da due schermi touch a 14 pollici , abbastanza grandi per contenere l’intera pagina di un libro di testo senza dover scorrerla continuamente.
La prima caratteristica che salta agli occhi è proprio la dimensione: gli schermi sono spessi circa due centimetri e mezzo, per un peso complessivo di circa due chili e mezzo (ma il confronto, secondo Rashid, non va fatto con iPad, ma con un normale libro di testo).
Dentro il tablet/ereader è costituito da un processore NVidia Tegra, un sistema operativo Linux-based , supporta Flash e ha un browser a disposizione (Chrome). Ha inoltre sia la connessione WiFi che 3G.
Secondo le intenzioni degli sviluppatori dovrebbe permettere agli studenti di sostituire completamente i libri di testo, riprodotti nella loro interezza (schemi e immagini a colori incluse), nonché di prendere appunti e sottolineare con uno stilo. Avrà inoltre tutta una serie di strumenti organizzativi, calendari, cartelle suddivisibili per corso: ulteriori funzionalità dovrebbero poi essere sviluppare sul modello delle applicazioni stile iPhone.
Essendo ancora un prototipo, per la verità, resta un progetto in fieri (lo schermo non è ancora antiriflesso, i materiali possono essere più leggeri) ma punta ad arrivare sul mercato entro la fine dell’anno ad un prezzo inferiore ai mille dollari.
Gli osservatori sembrano dividersi tra pro e contro : punti di forza sembrano la specificità con cui si rivolge al mondo degli studenti e semplicemente il rappresentare una forma sostanzialmente nuova per lavorare nel nascente settore dei tablet. Contro la dimensione, che cozza con la tendenza alla portabilità, le effettive capacità del mezzo una volta uscito dalla fase di prototipo e il prezzo che forse paga i costi di produzione del doppio schermo.
Claudio Tamburrino