Leggere soltanto non basta: con Apple che ha da tempo scomesso parecchio su iPad e Amazon che prova a tenerle testa con Kindle Fire, chiunque voglia provare a dire la sua nel mercato dell’intrattenimento non può restare a guardare. Per questo Kobo, dopo aver lanciato una serie di e-reader di buon successo sul mercato, decide di lanciarsi nel sempre più affollato panorama dei tablet Android : il primo modello a venire distribuito in Italia è l’Arc (in effetti è il secondo tentativo di Kobo: il primo, Vox, non aveva ricevuto esattamente un plauso unanime dalla critica), e come nel caso precedente il partner prescelto per il Belpaese è Mondadori.
Le condizioni a contorno del lancio di Kobo Arc sono pressoché analoghe a quelle dell’e-reader: Mondadori ha predisposto la stessa campagna di lancio con tre libri in omaggio su una rosa di nove, e in più è possibile leggere per qualche mese gratuitamente alcune riviste del gruppo editoriale (es: Panorama, Sale&Pepe, Donna Moderna ecc) tramite app apposite precaricate sul dispositivo che si può acquistare online o negli store del gruppo. Inoltre, allo store Kobo che consente di scaricare libri gratuiti e a pagamento si affiancano le app per accedere a 7digital, YouTube, Play Music e soprattutto il Play Store . La differenza con l’ecosistema integrato di Apple è tangibile, ma al Kobo Arc non si può certo imputare la mancanza di fonti da cui approvvigionarsi di app e musica.
Al contrario del Kobo Glo, che è un e-reader con schermo a tecnologia E-Ink, l’Arc è a tutti gli effetti un tablet: diagonale da 7 pollici per uno schermo tecnologia IPS e risoluzione 720p (1280×800 per la precisione, con una densità di pixel pari a 215dpi e 16 milioni di colori rappresentabili), processore dual-core Texas Instruments (OMAP 4470, ovvero ARM A9 da 1,5GHz con GPU dual-core PowerVR SGX544) abbinato a 1GB di RAM e spazio di archivio da 16, 32 o 64GB. La connettività è garantita per lo standard WiFi 802.11n. Sul piano tecnico, insomma, il tablet in questione è ben carrozzato: il sistema operativo adottato è Android 4.0 (per l’esattezza 4.0.4, ma dovrebbe essere in lavorazione l’aggiornamento a 4.1), personalizzato con una interfaccia “Tapestries”: ovvero una sorta di cartelle multimediali componibili che modificano l’interfaccia base, che pure rimane inalterata nei suoi tratti principali.
Kobo Arc è disponibile in bianco o nero, con la cover posteriore rimuovibile e intercambiabile con altri colori (optional). Sul frontale sono presenti due altoparlanti (quindi audio stereo) di discreta qualità e con un volume massimo più che accettabile. Sul fondo è presente un ingresso micro-USB (per collegarlo al PC o ricaricare tramite il caricabatterie compreso nella confezione), sulla cima c’è il pulsante di accensione, sul fianco i classici pulsanti per il volume e il jack per le cuffie. Particolarità dell’Arc è la presenza di un LED RGB posto accanto al pulsante di accensione: si attiva in presenza di notifiche o per indicare lo status del tablet (batteria carica o scarica, per esempio), ma il suo funzionamento nel dettaglio resta oscuro. Naturalmente non c’è alcun tasto sul frontale del tablet : le funzioni base dell’OS (home, indietro, passa ad altra applicazione) sono rese tramite il software sullo schermo.
A bordo del Kobo manca qualcosa, in ogni caso: c’è la fotocamera frontale, con tanto di LED per illuminare il volto e capace di registrare video in HD (720p), non c’è però la fotocamera posteriore. Mancano poi anche un GPS di qualsiasi tipo, Bluetooth, NFC e connettività 3G. Quello di cui si avverte più di tutto la mancanza, tuttavia, è uno slot SD o mini-SD : la memoria di archivio dell’Arc non è espandibile, dunque occorrerà scegliere con cura il taglio da acquistare per non trovarsi in seguito a corto di spazio. Alla prima accensione del modello da 16GB in prova ci sono circa 12GB liberi: quanto basta per caricare molta musica (se la si ascolta in streaming via Play Music non occuperà che pochi chilobyte per volta), una manciata di film non in alta definizione e parecchie centinaia di libri, ma non esattamente uno spazio infinito. Naturalmente è anche possibile sfruttare del cloud storage, con i servizi di Box.net o Dropbox per esempio, per aumentare la mole di contenuti a cui attingere. Nota bene: il sistema non accetta file più grandi di 4GB da caricare sulla memoria interna.
La confezione del Kobo Arc è simile a quella del Kobo Glo, ma contiene ben poco: il tablet, l’alimentatore e un succinto manuale di istruzioni. Manca il cavo per collegarlo al PC , utile per caricare materiale e contenuti già in possesso dell’acquirente (basti pensare a libri e film ottenuti attraverso altri canali, la musica di iTunes ecc): una complicazione in più che si sarebbe potuta evitare, visto che la procedura di collegamento è davvero semplice per quanto riguarda il sistema operativo, che riconosce l’unità come un semplice dispositivo di archiviazione USB (su Mac è necessaria una applicazione gratuita che si scarica da Android.com). La prima accensione del Kobo Arc è un’esperienza tutto sommato molto lineare: si schiaccia il pulsante di accensione per qualche istante, si attende il primo caricamento del sistema operativo, ci si collega a una WiFi disponibile. L’apparecchio provvede da solo a rilevare eventuali aggiornamenti software da scaricare alla attivazione , ed è possibile inserire le proprie credenziali per l’accesso allo store Kobo direttamente in questa fase (in modo che in contenuti già posseduti in questo circuito vengano scaricati automaticamente alla prima occasione disponibile). Completata la configurazione il sistema prevede una breve inizializzazione del sistema di preferenze personali che contraddistingue l’interfaccia Tapestry e una demo introduttiva all’utilizzo dell’interfaccia.
L’interfaccia Tapestry è complessivamente pulita e fluida: può essere modificata in ogni sua parte, aggiungendo alla schermata principale applicazioni o widget di ogni tipo, meno che nella barra che occupa la parte inferiore dello schermo (circa 1/5 della superficie) e che propone suggerimenti di musica, libri, notizie e risorse Internet che il sistema ritiene possano interessare l’utilizzatore. La barra viene visualizzata solo nella schermata principale, e dunque non influisce nell’esperienza utente complessiva risultando quantomeno poco “invadente”. Al contrario del Kindle Fire, l’Arc non prevede altre forme di pubblicità nell’esperienza utente di base.
La reale differenza del tablet Kobo rispetto a gran parte della concorrenza nella fascia medio-bassa del mercato è senza dubbio la presenza a bordo del Play Store e di tutte le app base che consentono di accedere ai servizi di Google (uno su tutti: l’app Gmail è una delle migliore interfacce disponibili per la posta targata Mountain View). Ci sono migliaia di applicazioni da scaricare, si possono acquistare libri e musica ecc. È inoltre possibile scaricare app per accedere ad altri ecosistemi (come Kindle o direttamente l’App-Shop di Amazon), e non sono presenti limitazioni apparenti al tipo di utilizzo che si può fare del tablet: analogamente a quanto già visto con gli e-reader, dunque, Kobo ha deciso di tenere un approccio open per il suo dispositivo , a tutti gli effetti un prodotto Android pienamente modificabile e personalizzabile.
La dotazione hardware del Kobo Arc, di certo non quella di un tablet “economico”, fa si che ci siano pochi software in grado di metterlo in difficoltà: non è stato possibile individuare un gioco che mettesse alla frusta la scheda grafica oltre il limite della giocabilità (provati ad esempio Riptide GP e Mini Motor Racing ), e naturalmente anche le altre applicazioni procedono spedite nel caricamento senza intoppi. Bene si comporta anche l’interfaccia, piuttosto fluida e ben rifinita: i Tapestry possono piacere o non piacere, di fatto sono delle cartelle dentro cui infilare applicazioni, segnalibri, appunti o riferimenti presi dal Web, ma non costituiscono una barriera insormontabile visto che si rimuovono con pochi tocchi sullo schermo. Anzi, in certi casi possono essere anche parecchio utili per ad esempio tenere da parte tutti i giochi installati sull’unità e semplificarne il lancio.
L’interfaccia del sistema di lettura Kobo, così come quello di altre applicazioni presenti su più piattaforme come Kindle, è standard: analoga a quella della stessa app per iOS per esempio, con qualche livello di personalizzazione per tipo e dimensione della font e modalità notturna. Ci sono poi gli stessi sistemi di social-reading dell’e-reader, con la possibilità di consultare le opinioni e i commenti degli altri lettori e di postare citazioni o valutazioni anche sulla propria bacheca di Facebook. Lo schermo con tecnologia IPS garantisce un buon confort di lettura , ovviamente nei limiti di uno schermo LCD retroilluminato.
Il browser integrato è stato leggermente modificato per includere un collegamento che permetta di aggiungere pagine Web ai Tapestry. Per fortuna i tecnici Kobo hanno pensato anche di installare di serie Chrome : la differenza tra i due browser è come il giorno e la notte, col browser di sistema si incontrano spesso difficoltà nel selezionare una voce specifica dal menu di un sito, mentre Chrome appare molto più efficiente e preciso nel riconoscere il tocco delle dita. Bene si comportano anche Firefox e Opera: come indicazione generale, meglio optare per uno di questi tre browser per supplire ai limiti di quello di sistema.
Ci sono due fattori che lasciano un po’ spiazzanti nell’utilizzo del Kobo Arc: il peso e l’autonomia. Sebbene stando alle specifiche il tablet pesi 365g circa, la sensazione che si ottiene afferrandolo è di un dispositivo “denso”: complice lo spessore di 11,5mm senza rastremature ai bordi (l’Arc è quasi un parallelepipedo perfetto, appena un po’ arrotondato negli angoli), il felling con l’unità è molto differente rispetto a quello di un e-reader classico, a cui pure si avvicina nelle dimensioni (189x120mm, parliamo di appena tre o quattro centimetri in più in altezza del Kobo Glo). È un po’ la stessa sensazione che si prova impugnando il Nokia Lumia 920: l’Arc è solido, massiccio, dicono dalla casa madre che è anche robusto e in grado di resistere indenne a cadute fino a 1,5 metri di altezza . A medio termine tenerlo tra le mani non stanca, ma anche in questo caso il design “tutto dritto” della linea è un limite: se ci fossero le rastremature sui bordi l’ergonomia se ne gioverebbe.
La batteria del tablet Kobo è accreditata di 10 ore di autonomia: si badi bene, autonomia in lettura . Utilizzare l’Arc per giocare o navigare esaurisce in tempi decisamente più rapidi la carica residua, con un ritmo decisamente più intenso che su altri tablet come iPad. Le prove indicano che per 100 minuti di video HD (720p) si consuma all’incirca il 33 per cento della carica . I giochi più intensi sotto il profilo grafico sono anch’essi abbastanza aggressivi rispetto all’autonomia residua, e molto influisce anche l’utilizzo continuato della rete WiFi. Niente di preoccupante, ma di sicuro l’autonomia non è proprio uno dei punti forti dell’apparecchio, anche alla luce del fatto che i tempi di ricarica non sono rapidissimi. In ogni caso, le prestazioni in questo senso sono ampiamente nella media. Kobo Arc convince? Per 199 euro , il modello da 16GB è un buon prodotto che se la gioca alla pari con parecchi altri concorrenti (e probabilmente supera anche prodotti più noti al grande pubblico come il Galaxy Tab 2 7.0). A 249 e 299 euro anche i modelli da 32 e 64GB sono piuttosto competitivi: il principale concorrente per questa fascia di prezzo è probabilmente il Nexus 7 (che in versione 32GB con modulo 3G costa 299 euro appunto). Il Kindle Fire HD si aggira sugli stessi prezzi (ma con la pubblicità a bordo: se se ne vuole fare a meno ci sono 15 euro in più da sborsare). In casa Apple, se pure si può confrontare un tablet Android con uno iOS, bisogna avere pronti 329 euro per portarsi a casa un iPad Mini 16GB: 130 euro in più.
I tablet Android sono un oggetto per certi aspetti ancora misterioso: non hanno lo stesso livello di raffinatezza di iPad o di alcuni cellulari dotati dello stesso sistema operativo made in Google , e rispetto a questi ultimi tendono ancora ad accusare un po’ di ritardo nello sviluppo dell’ecosistema. Di certo, comunque, con il Kobo Arc si possono svolgere dignitosamente molti compiti: leggere, navigare, scrivere qualcosa di poco impegnativo, giocare. In linea di massima il prodotto non fa rimpiangere (troppo) iPad: ci sono dei casi nei quali lo stesso titolo non è (ancora?) disponibile per entrambe le piattaforme (un esempio di un autentico best seller: FIFA 13 ), altre occasioni nelle quali inspiegabilmente il Play Store sostiene che l’app prescelta non sia compatibile con il tablet (perché ilMeteo non si può installare?). Nel complesso, comunque, non ci si può lamentare del prodotto: il rapporto prezzo/prestazioni pare ottimo.
In questo caso l’assenza del 3G è oggettivamente un punto a sfavore : tuttavia non è il solo prodotto di questa categoria a fare a meno di questa funzione, evidentemente non giudicata dai produttori un elemento indispensabile per l’esperienza utente. Sta di fatto che un prodotto come l’Arc, dotato di un buon browser e di tutto quanto serve per navigare e consultare i social network, possa essere utilizzato con profitto anche fuori casa: il problema dell’Italia è la cronica carenza di WiFi pubbliche in giro per le grandi città, fattore che incide sostanzialmente nel giudicare questa caratteristica del prodotto.
Per quanto riguarda l’approvvigionamento dei contenuti, non si può aggiungere poi molto a quanto già scritto: Kindle e Kobo assieme, sullo stesso tablet, possono consentire di leggere quasi qualunque titolo recente o in uscita nel mercato librario. La musica, che venga acquistata su Play Store o altrove, può facilmente essere scaricata sul tablet o addirittura ascoltata in streaming da Play Music. I video, YouTube a parte, sono il vero tallone d’Achille : iTunes in questo senso è più avanti, ma c’è da scommettere che nel 2013 anche le altre piattaforme si lanceranno su questo mercato e questo ritardo potrà essere colmato.
Kobo Arc è un buon tablet Android. Se verrà aggiornato realmente, e non c’è motivo di non crederci, alla release 4.1 del sistema operativo farà un ulteriore passo avanti verso l’ottenimento di un’interfaccia fluida alla pari con quella di iPad. Le prestazioni già ora sono buone, il comparto CPU e grafica è ben attrezzato, lo schermo IPS garantisce buona luminosità e ottimo angolo di visione. Il prezzo è in linea con la concorrenza. Peccato per la mancanza di un lettore di schede SD: una memoria espandibile in quel senso avrebbe reso probabilmente l’Arc il tablet più interessante di questa fascia di mercato.
a cura di Luca Annunziata