Dopo aver deciso di inimicarsi una buona fetta del mercato degli smartphone citando in tribunale Apple e RIM, Kodak parte ora lancia in resta contro il sito di condivisione di foto Shutterfly . La motivazione è la presunta infrazione di brevetti software , nel caso utili all’immagazzinamento, alla gestione centralizzata e all’acquisto online di immagini.
Kodak ha apparentemente deciso di combattere la crisi scaturita dalla transizione dall’analogico al digitale mettendo in marcia squadroni legali per la difesa delle sue vaste proprietà intellettuali sulla manipolazione del materiale fotografico.
La causa intentata contro Shutterfly è l’ultimo episodio di una serie che potrebbe essere ancora lunga e foriera di sorprese niente affatto piacevoli per nessuno: le funzionalità di foto sharing di Shutterfly sono attualmente offerte anche da servizi affermati come Flickr di Yahoo! e Google Picasa , e se le “piccole” aziende potrebbero essere inclini ad accordarsi con la litigiosa Kodak – acquisendo una licenza di sfruttamento dei suoi brevetti – colossi come Mountain View avrebbero gioco facile nel rispondere all’attacco scatenando una guerra legale capace di avere ripercussioni sull’intera industria dell’IT .
Per il momento Google e Yahoo! stanno a guardare, mentre alla causa intentata da Kodak Shutterfly risponde promuovendo la sua controcausa basandosi sui brevetti software di sua proprietà. “Siamo pronti a proteggere i nostri asset da un uso non autorizzato”, comunicano in tutta risposta dalla multinazionale.
E mentre Kodak apre l’ennesimo terreno di scontro sulle proprietà intellettuali nel campo del software, Apple colleziona l’ennesima “mega-causa” per violazione di brevetti intentata da Multimedia Patent Trust . MPT chiama addirittura alla sbarra l’intera filiera di prodotti realizzati da Cupertino nel corso degli ultimi anni , sostenendo come QuickTime, Mac Pro, iPhone, iPad, iPod e tutto il resto violino quattro brevetti concessi sulle tecnologie di compressione video.
Alfonso Maruccia