Kodak ha chiesto al giudice che si sta occupando della sua bancarotta di bloccare l’ultima denuncia depositata da Apple nei suoi confronti.
Dal momento che l’ormai ex-colosso della fotografia ha avviato le pratiche per aderire alla procedura per la bancarotta prevista dal Chapter 11 della normativa statunitense, Apple ha dovuto chiedere al giudice competente in materia il permesso per proseguire in giudizio contro l’azienda.
La bancarotta controllata , d’altronde, serve proprio ad un’azienda per tenere a bada i creditori cercando di ottenere il tempo per riorganizzarsi per rimanere sul mercato: Kodak l’ha avviata proprio per cercare di ristrutturarsi in modo da meglio sfruttare i suoi brevetti legati alla lavorazione di immagini digitali (valutati tra i 2,2 e i 2,6 miliardi di dollari) e concentrarsi in futuro sulla produzione di stampanti, macchine fotografiche e cornici digitali. Tutti dispositivi e brevetti, tuttavia, che sono toccati dalla tecnologia contestata da Apple.
Dal momento che la procedura di bancarotta difende automaticamente e momentaneamente dalle cause depositate contro Kodak, Apple sembrerebbe bloccata. Tuttavia, al momento dell’accordo raggiunto con le autorità federali che dovranno gestire la procedura del Chapter 11 , Kodak si è impegnata a vendere il suo portafoglio con oltre mille brevetti per racimolare i fondi necessari a ritrovare l’equilibrio finanziario e Cupertino vorrebbe inserirsi proprio nella valutazione di questi titoli: ritiene di avere tecnologie in essi rivendicate e relative alle anteprime di immagini digitali. Una vendita dei brevetti Kodak, insomma, finirebbe per “danneggiare irrimediabilmente Apple”.
Kodak, in particolare, non contesta la necessità di un giudizio ma ha chiesto al giudice competente della procedura di bancarotta di occuparsi direttamente anche del caso brevettuale respingendo la richiesta di Apple di vederlo affidato ad un nuovo tribunale.
Cupertino, da parte sua, concorda nella necessità di non ostacolare la tempistica della procedura di bancarotta, ma ha chiesto che il caso sia affrontato da una corte differente e competente in materia brevettuale.
Claudio Tamburrino