Roma – Internet a banda larga su rete elettrica e a prezzi popolari: sta arrivando anche in Italia, è forse questione di pochi mesi perché l’offerta commerciale sia lanciata sui primi capoluoghi di regione. Ne parla a Punto Informatico Herman Zampariolo, presidente di iLight , l’azienda che si occuperà di fornire il servizio in Italia per mezzo delle compagnie elettriche.
La promessa è di una connessione fino a 2,5 Mbps, con alti tagli di banda garantita , “a un prezzo più basso dell’Adsl: un canone mensile di 30 di euro è lo standard negli altri Paesi europei”, dice Zampariolo. Per esempio, in Germania, in Austria e in Scozia, dove sono presenti i servizi Powerline (Internet su rete elettrica) offerti da Main.net , a cui iLight è legata da una joint venture.
Ma il turno dell’Italia è ormai prossimo. “Mi meraviglierei se entro il 2004 il servizio non partisse in almeno quattro-cinque città italiane… Per poi coprire quasi tutte quelle principali entro il 2005”. I test, fatti a Grosseto e a Brescia, “sono andati bene, infatti. Ma spetta alle compagnie elettriche municipalizzate, tra cui Enel, lanciare l’offerta commerciale. Noi vendiamo loro il servizio e non direttamente all’utente finale”.
Come funziona
La ragione è che “solo loro hanno l’autorità per intervenire nelle cabine elettriche di strada, nelle quali va posto un nostro apparato necessario per abilitare il servizio”. L’apparato è in grado di portare le reti elettriche, collegate a quella cabina, su frequenze più alte, sulle quali è possibile fare viaggiare i dati.
“Non c’è niente di strano: anche la rete elettrica, come quella telefonica, è in rame….”. La velocità è di 2,5 Mbps nella cella elettrica, che poi vanno divisi tra le varie famiglie servite dalla cabina e che hanno sottoscritto il servizio. “Per adesso possiamo servire solo 150-200 famiglie, di cui, nella migliore delle ipotesi, una trentina vorranno il servizio. Quindi, la condivisione della banda sarà anche più vantaggiosa, per l’utente, rispetto a quella fatta con i normali servizi Adsl”.
Già da quest’anno i nuovi apparati permettono di avere 30 Mbps nella cella elettrica , il che permetterà di servire più famiglie o di dare maggiore banda a ciascun utente. Dal 2005, si arriverà a quota 50 Mbps, per poi raggiungere i 220 Mbps nel 2006. “È l’obiettivo finale della tecnologia Powerline”. Nella case degli utenti bisogna poi collegare un altro apparato, con le funzioni di un modem, alle prese elettriche.
Tramite adattatori analogici che le collegano al telefono, è possibile avere anche servizi voce. Insomma, farà tutto la rete elettrica: telefonate, Internet, lavatrice… “Sarà così possibile chiedere il distacco da Telecom, poiché non si avrà più bisogno del cavo telefonico”. In futuro, iLight distribuirà anche telefoni elettrici, che non hanno bisogno di adattatori. Sì, ma i dati come fanno a raggiungere Internet, dalla cabina elettrica? “iLight deve collegarla alla rete telefonica normale. Di solito, stendiamo cavi in fibra ottica. Ma se la fibra non c’è o è distante, usiamo un ponte radio oppure un cavo analogico”, dice Zampariolo. Una soluzione limite è ricorrere al satellite per collegare la cabina alla rete telefonica. “Si monta una parabola sulla cabina. Così fanno in Scozia, nelle campagne, dove le case sono molto distanti, di solito, dalla centrale telefonica”.
Banda larga anche agli esclusi dall’Adsl?
Sarà allora possibile avere la banda larga su rete elettrica anche in quelle campagne (e montagne) che mai avranno l’onore di essere coperte dall’Adsl. Bisognerà aspettare, però; perché il servizio Powerline arriverà prima nelle città , dove le compagnie elettriche prevedono maggiori richieste.
Quindi, se nel lungo periodo potrà essere un’occasione di rivalsa per gli utenti esclusi dai piani di copertura Adsl, nel breve rischia di diventare per loro un ulteriore marchio di discriminazione. Insomma, se adesso alcuni abitanti di comuni minori sospirano alla vista dei cartelloni che pubblicizzano l’Adsl, nei prossimi due anni verseranno una lacrima anche sui manifesti della Powerline. Che però tra qualche anno potrebbe essere davvero la sola possibilità di connessione a banda larga e always on , per gli utenti non coperti dall’Adsl.
Circa il 15 per cento della popolazione non lo sarà mai , secondo le previsioni degli addetti ai lavori. Anche nel lungo periodo, quindi, alcuni utenti saranno costretti a cercare un’alternativa all’Adsl. Al momento, non c’è servizio che la sappia sostituire appieno. Né le connessioni satellitari né le offerte flat-rate dial-up permettono di avere Internet always on a canoni fissi paragonabili a quelli di un’Adsl consumer. Rete elettrica, terra promessa per i diseredati dall’Adsl?