Un team di scienziati del Technion Institute of Technology di Haifa, in Israele, ha messo a punto un tipo di batteria che, rispetto a quelle tradizionali, promette di incidere drasticamente meno sull’ambiente, funzionare continuativamente per “migliaia di ore” e mantenere inalterata la propria carica per periodi di tempo molto lunghi.
Basata su ossigeno e silicio, i due elementi più abbondanti sul nostro pianeta, la batteria sviluppata dagli scienziati israeliani è leggerissima, molto tollerante alle condizioni di umidità dell’aria, ed economica da produrre: tali vantaggi derivano principalmente dal fatto che nelle batterie silicon-air l’anodo è fatto di silicio e il catodo di… aria, o per meglio dire di ossigeno.
“Nelle batterie metallo-aria si ha un significativo risparmio in termini di peso e costi a causa del fatto che non incorporano un catodo” ha spiegato il professor Yair Ein-Eli della Facoltà di Ingegneria dei Materiali del Technion, che da anni compie ricerche sulle batterie metallo-aria. “In questo tipo di batterie (incluso quello silicio-aria, NdR), il catodo è l’ossigeno che proviene dall’atmosfera passando attraverso una membrana”.
Ein-Eli ha aggiunto che si sta già lavorando da tempo per adattare queste batterie alle auto elettriche e ai dispositivi elettronici di consumo, e che di recente Toyota e Panasonic hanno unito le forze per sviluppare batterie zinco-aria.
Technion ricorda poi come MIT, IBM e Tesla Motors stiano invece mettendo a punto batterie litio-aria che promettono capacità fino a dieci volte superiori a quelle degli accumulatori li-ion tradizionali.
Il principio di funzionamento di tutte le batterie che utilizzano l’ossigeno come catodo è sostanzialmente lo stesso. L’uso del silicio al posto di un metallo, secondo Ein-Eli, fornisce però numerosi vantaggi: “Il silicio è un materiale più comune e stabile, non pericoloso, leggero e con una più elevata capacità di carica”.
Per il momento le batterie silicio-aria sono state concepite come pile non ricaricabili da utilizzare in dispositivi elettronici mission-critical, come ad esempio le pompe insuliniche per i diabetici, e in altri device dove è difficile se non impossibile cambiare la batteria.
I ricercatori israeliani contano di sviluppare versioni ricaricabili di queste batterie entro tre anni, e di produrne modelli commerciali per le automobili entro dieci.
Alessandro Del Rosso