La bufala degli hacker anti-G8

La bufala degli hacker anti-G8

Il gruppo che ha attaccato minindustria.it non ha manifestato contro il G8. Ma le agenzie battono veloci la notizia. Falsa
Il gruppo che ha attaccato minindustria.it non ha manifestato contro il G8. Ma le agenzie battono veloci la notizia. Falsa


Roma – Craccano alcuni siti e diventano “eroi” del movimento anti-globalizzazione: è accaduto ieri con l’incredibile complicità dei mezzi di informazione italiani, pronti a pubblicare qualsiasi cosa riguardi il G8, anche quando il G8 non c’entra affatto.

Domenica, come riportato ieri da Punto Informatico, campeggiava sulla home page del sito del ministero delle Attività produttive, minindustria.it, una breve frase in inglese su sfondo bianco. La home page era stata sostituita e la frase recitava:

“Checkmate C0BR4S… Pimpshiz Lives!”, liberamente traducibile con: “C0BR4S ha fatto scaccomatto… Pimpshiz vive!”

Una frase che è diventata, sulle pagine di molti giornali ed ezine, un attacco contro il G8. E questo perché nello stesso giorno sono stati bucati anche altri siti in qualche modo legati ad istituzioni o al commercio (oltre a decine di spazi web che nulla hanno a che vedere con le une o con l’altro).

Mai bufala fu più grande, però, visto che gli stessi C0BR4S – che sono dei cracker e non degli hacker – in queste settimane non solo hanno colpito html.it senza fare alcun riferimento al G8 ma hanno aggredito con successo decine di siti italiani ed internazionali senza alcun genere di riferimento al vertice internazionale. Lo stesso dicasi per gli altri gruppi di cracker che hanno agito in queste ore e che sembrano estranei a rivendicazioni politiche di qualsiasi tipo.

La cronaca de “Il Messaggero” ha parlato di “triplice attacco” descrivendo aggressioni, compresa quella a minindustria.it, che nulla avevano a che fare con il G8. Ma il pezzo si apriva con: “Gli hackers scaldano il mouse in vista del G-8”. Repubblica.it invece spiegava che i C0BR4S sono tra “i migliori pirati in circolazione”. Addirittura, la Gazzetta di Parma insisteva : “Tutto fa ritenere che l’azione sia da mettere in relazione con il prossimo G8 di Genova”.

A dispetto di quanto effettivamente lasciato in rete dai crackers, cioè messaggi-firma tipici per questo genere di attacchi o dichiarazioni d’amore per Laura, Lynda ed altre ignote ragazze, l’Unione Sarda spiegava : “Alcuni dei messaggi lanciati dagli hackers per attaccare i siti erano per l’antiglobalizzazione e criticavano il prossimo G8 in programma a Genova”. C’è chi ancora sta cercando queste rivendicazioni ma è assai improbabile che le trovi. Ciò nonostante, la stessa tesi viene sostenuta pari pari anche sul Corriere della Sera .

A collegare questi attacchi al G8 e a trascinare in questa convinzione i giornalisti potrebbero essere stati gli esperti dell’AIPA, l’Autorità per l’informatica nella pubblica amministrazione, che si sono fatti sfuggire un: “Troppe coincidenze per non pensare che questi attacchi non siano collegati al prossimo vertice di Genova”.

Guardando alla storia degli attacchi firmati C0BR4S, più di 200 da aprile ad oggi, in nessun caso si è registrato un attacco esplicitamente anti-globalizzazione. Ma da oggi, per i media italiani i crackers C0BR4S sono tra i più noti rappresentanti del cosiddetto “popolo di Seattle”.

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Pubblicato il
3 lug 2001
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