Per scoraggiare le rapine e i loro effetti collaterali, una soluzione trasversale: anche la California pensa a rendere obbligatorio su smartphone e tablet una tecnologia di spegnimento remoto affinché il dispositivo possa funzionare solo nelle mani del legittimo proprietario.
Ambiti dai rapinatori per il loro valore compatto, rivendibili facilmente sul mercato nero, smartphone e tablet sono fra gli oggetti più rubati: San Francisco, nel 2013, ha raccolto 2400 denunce, in crescita del 23 per cento rispetto al 2012. È per questo che il senatore democratico della California Mark Leno, su modello delle richieste già avanzate dai procuratori di New York e di San Francisco , ha presentato una proposta di legge che, dal gennaio 2015, vorrebbe obbligare alla vendita di soli smartphone e tablet dotati di una funzione di kill switch . Se l’utente derubato ha la possibilità di rendere inutilizzabile il terminale, il malvivente sceglierà, se non di imboccare la retta via, di puntare su bottini diversi.
Nella proposta non si fa alcun riferimento al tipo di tecnologia che i produttori potrebbero essere obbligati ad implementare, non si specifica se il meccanismo debba essere di natura hardware o software: è solo richiesto che la disattivazione non possa essere aggirata con un reset o con una nuova installazione del sistema operativo.
Se i proprietari del dispositivo, stando alla proposta, avranno la possibilità di scegliere se attivare o meno la funzione di kill switch, per scoraggiare i criminali è necessario che i rivenditori, ad eccezione dei privati e degli operatori del mercato dell’usato, non sgarrino: su di loro pende una sanzione cha va dai 500 e i 2500 dollari per dispositivo venduto senza la tecnologia di disattivazione a distanza.
Se la proposta di legge coinvolge direttamente i rivenditori, però, sono di fatto i produttori ad essere chiamati ad agire: seguendo le orme di Apple e Samsung, che già hanno adottato soluzioni di blocco da remoto, è probabile che, qualora la proposta entri a far parte del quadro normativo, tutti i produttori introducano su vasta scala la funzione, senza limitarsi ad equipaggiare i terminali dedicati al mercato californiano.
È altrettanto probabile, però, che l’implementazione della disattivazione telecomandata incontrerà delle resistenze. Gli operatori hanno già mostrato di non gradire questa soluzione deterrente, alla quale sarebbe da preferire un semplice database dei terminali rubati: una imposizione del genere da parte delle autorità, secondo alcuni rappresentanti dell’industria , potrebbe avere un impatto non positivo sul prezzo dei dispositivi e sul dispiegarsi dell’innovazione. Non ultimo, la possibilità di controllare il terminale da remoto rischia di diventare un cavallo di Troia per smanettoni malintenzionati, ma anche una leva per tutti coloro che possono avere interesse nell’agire sulla vita del cittadino: uno strumento in più per controllarlo, una minaccia latente per obbligarlo a utilizzare il terminale in maniera appropriata .
Gaia Bottà