Una ventiduenne dell’Illinois, Samantha Tumpach, era stata arrestata a novembre con l’accusa di camcording : dopo due giorni di prigione ha deciso di denunciare il cinema dove sono avvenuti i fatti.
Secondo la ragazza il gestore della sala avrebbe insistito per il suo arresto nonostante la riluttanza delle forze dell’ordine e della Motion Picture Association of American (MPAA): per questo ora denuncia per aver subito danni morali.
La pretestuosità dell’arresto, richiesto – secondo la ragazza – dal gestore solo per aggiudicarsi la ricompensa promessa da MPAA (500 dollari per ogni pirata individuato), sarebbe peraltro confermata dal fatto che, in seguito ai due giorni di prigione, le accuse contro la ragazza (che le potevano costare fino a tre anni di carcere) sono state fatte tutte cadere.
E anche perché la polizia ha trovato sulla videocamera di Tumpach solo una serie di foto di lei e delle sue amiche e due spezzoni del film New Moon in quel momento proiettato in sale, il più lungo dei quali di 114 secondi . E solo per inquadrare l’attore preferito della ragazza nell’atto di togliersi la maglietta.
La ragazza, sostengono i legali della 22enne, non si trovava in sala per registrare il film violando la proprietà intellettuale, ma si stava semplicemente divertendo con le amiche. Solo che l’occhio dello zelante gestore, accecato dalla facile ricompensa offerta dalle major, deve aver preso lucciole per lanterne.
Samantha ora ha chiesto 50mila dollari di danni per rimborsarla dei due giorni di galera, dell’arresto con tanto di ammanettamento e camminata della vergogna davanti a tutto il pubblico del cinema.
Claudio Tamburrino