Washington (USA) – Il cyberterrorismo non è un gioco: il braccio operativo dell’ intelligence americana, la CIA , lancia un avvertimento per ricordare che al-Qaeda potrebbe utilizzare mezzi informatici per mettere a soqquadro gli USA. Gli esperti dell’ Information Operations Center dell’intelligence statunitense, hanno così ultimato una maratona di tre giorni dedicata a simulazioni d’attacco telematico. La missione, denominata Silent Horizon , ha coinvolto 75 esperti tra esponenti dei servizi segreti e rappresentanti del mondo dell’industria. L’obiettivo era semplice: progettare, pianificare e testare un piano comune in risposta ad un assalto informatico su larga scala.
Lo scenario affrontato nelle varie simulazioni, ambientate nel 2020, è simile all’immediato caos nato dal crollo delle Twin Tower. Una situazione del tutto possibile , garantiscono le autorità, che non deve essere sottovalutata: i terroristi del futuro potrebbero condurre “atroci assalti combinati”, utilizzando armi digitali ed esplosive, biochimiche o persino radioattive. Unite ai metodi tradizionali, le tattiche di guerra informatica sarebbero in grado di distruggere l’infrastruttura socioeconomica di un paese, ponendo seri rischi aggiuntivi per l’incolumità dei cittadini.
“Un vero episodio di cyberterrorismo – dichiarano fonti CIA alla stampa – mette potenzialmente a repentaglio la vita delle persone”. La posizione degli USA in materia di cyberterrorismo sembra così aver preso una nuova rotta: nonostante i dubbi sollevati da alcuni esperti di sicurezza e le accuse di chi, malignamente, teme che dopo l’11 Settembre la Casa Bianca soffra di psicosi post traumatica, Washington non intende lasciare scoperto alcun fianco.
Questo perchè, come gli ufficiali della CIA hanno recentemente ribadito, “al-Qaeda attaccherà presto gli Stati Uniti” – e visto il crescente numero di attacchi informatici ai danni di strutture ed aziende americane, escludere la possibilità di cyberterrorismo potrebbe – dicono – rivelarsi fatale. E questo sebbene i dati in possesso dell’intelligence USA, per il momento, non sembrino rintracciare legami tra noti episodi di cracking e gruppi terroristici internazionali.
Paranoia? Pare che nella lotta al terrorismo non ci possa essere spazio per la parola “fantascienza”: il prossimo attacco contro gli USA potrebbe arrivare inatteso ed impensabile. E non è un mistero che tra le accuse rivolte alla CIA, vista l’insolita ed imprevista dinamica degli attentati del 2001, ci sia la “mancanza di fantasia”. Basterà una simulazione a risolvere?
Tommaso Lombardi