La Cina imperiale è fatta di pixel

La Cina imperiale è fatta di pixel

IBM ricostruisce una Città Proibita tridimensionale e invita i netizen a visitarla e popolarla. Big Blue sperimenta con l'Internet 3D
IBM ricostruisce una Città Proibita tridimensionale e invita i netizen a visitarla e popolarla. Big Blue sperimenta con l'Internet 3D

Immergersi nell’architettura del Palazzo Imperiale di Pechino, imparare proiettandosi in un ambiente di pixel popolato da altri netizen-visitatori: questo l’obiettivo del progetto The Forbidden City: Beyond Space & Time inaugurato da IBM.

Vita nella città proibita L’intrico dei passaggi e l’intrico della storia della città proibita si intessono in una mostra che è mondo virtuale e ambiente di relazione: l’opera di ricostruzione, costata a IBM 3 milioni di dollari, durata tre anni e presentata da Big Blue nei mesi scorsi, è ora online, accessibile ai netizen disseminati in tutto il mondo. Quello che IBM offre agli utenti non è una visita corredata di audioguide e brochure, ma sono spazi e strutture da popolare e da animare: il pubblico può immergersi nei 72 ettari del Palazzo Imperiale, può perdersi nei gomitoli di percorsi chiusi al pubblico ordinario, vivere la vita e la cultura che nei secoli si è dipanata entro le mura.

Basta scaricare il client di 204 MB, disponibile per sistemi operativi Windows, Mac o Linux e installato sui computer messi a disposizione nel vero palazzo Imperiale, per proiettarsi nel mondo tridimensionale della Città Proibita: è possibile scegliere di impersonare numerosi personaggi dell’era Qing, dalla cortigiana alla guardia imperiale, passando per il servo eunuco, è possibile scorrazzare nei giardini, assistere alla vita di palazzo, organizzare gite e percorsi o affidarsi alle visite guidate a tema durante le quali gli avatar saranno incoraggiati a cliccare sugli oggetti etichettati con delle spiegazioni, a partecipare alle attività proposte, a misurarsi nel tiro con l’arco o in giochi antichi come il Go. I souvenir? I visitatori possono scattare delle foto, salvare il materiale nel quale si imbattono, pubblicare e condividere sul sito dedicato la propria esperienza nella Città Proibita di IBM.

Ma il Palazzo Imperiale di IBM è ben oltre una mostra virtuale: offrirà ai suoi utenti la possibilità di mettersi in relazione come fossero in un metamondo à la Second Life, di vivere appieno la ricostruzione della Città Proibita, in modo che l’esperienza non si riduca ad una semplice visita culturale.

IBM Forbidden City Big Blue crede fermamente nello sviluppo dei mondi metaforici: l’ investimento in Second Life, lo sviluppo della Città Proibita non sono semplicemente un modo per mettere alla prova tecnologie come WebSphere e l’architettura di server BladeCenter che sostiene la piattaforma. “La Città Proibita – spiega IBM – dimostra che la tecnologia può fornire una piattaforma spaziale e immersiva per lo studio e la cultura, una piattaforma in cui l’esperienza è di immenso valore per la comprensione”. Ma tali piattaforme non solo calzano perfettamente su obiettivi di una divulgazione che consenta di vivere i patrimoni culturali delle popolazioni: “questa iniziativa porta l’esperienza online ad un nuovo livello di innovazione – prospetta Henry Chow, a capo della divisione cinese di IBM – con contenuti interattivi, con una narrazione improntata alla divulgazione, con aspetti relazionali che rappresentano la nuova generazione dell’Internet 3D”.

Gaia Bottà

Link copiato negli appunti

Ti potrebbe interessare

Pubblicato il
13 ott 2008
Link copiato negli appunti