CNN è sommersa di contenuti generati dagli utenti, rampanti citizen journalist. Con l’iniziativa iReport è pronta a dare loro spazio, a incoraggiarli a costruire l’agenda e a innescare un meccanismo collaborativo di controllo editoriale.
Era l’estate 2006 quando la media company aveva proposto a collaboratori grassroot di inviare contenuti audio, video e immagini, perché, vagliati e selezionati dai giornalisti CNN, potessero assurgere a materiale esclusivo, raccolto sul campo. Sono circa 100mila le foto e i documenti audio e video raccolti dagli aspiranti reporter disseminati per il mondo. Solo 10mila i contenuti ai quali CNN ha dato spazio .
Per questo motivo il colosso mediatico ha ampliato il raggio dell’iniziativa: iReport sarà uno spazio web dedicato esclusivamente alle testimonianze raccolte dal basso, catturate da chi si trovava al centro dell’azione, capaci di rappresentare e di dar voce al contesto nel quale il reporter si trova. A differenza di altre iniziative improntate al giornalismo grassroot, la partecipazione sarà aperta a tutti : nessuna commissione a valutare e selezionare i contributori, nessuna scrematura dei contenuti postati.
L’obiettivo e la direzione di iReport è tutta da definire: saranno gli utenti a tracciare e edificare il progetto con i contenuti prodotti, con le idee che faranno emergere, con i dibattiti che li coinvolgeranno. CNN per ora ha investito 750mila dollari nel dominio ireport.com e sta lavorando alla struttura del sito.
Sarà un portale esplorabile per categorie di news, avrà molte affinità con YouTube in termini di aspetto, di semplicità di uploading e sharing, di funzioni dedicate alla community e di regolamentazione.
Non verrà esercitato alcun controllo editoriale, spiega Susan Grant per CNN: “La comunità degli utenti deciderà cosa è notizia e cosa non lo è”. Se CNN effettuerà semplicemente un’operazione di moderazione a posteriori , i netizen, in maniera collaborativa, tracceranno la linea editoriale : gli utenti posteranno contenuti di ogni tipo, ma a guadagnare la prima pagina saranno le testimonianze più votate.
CNN per ora non fa alcun riferimento ad eventuali compensi, uno schema che CNN condivide con Reuters e Yahoo! e con una folta schiera di servizi 2,0 generalisti. È probabile che la media company abbia intenzione di monetizzare l’entusiasmo dei citizen journalist affiancandogli della pubblicità e lasciando ai contributori la gloria imperitura e la soddisfazione di essersi mossi attivamente nella società civile sotto l’egida di una delle più importanti media company del mondo.
Gaia Bottà