Le indicazioni che scaturiscono dal dialogo tra Ministero della Salute e Ministero dell’Istruzione sono chiare: il prossimo anno scolastico inizierà ponendo in capo a tutto l’obiettivo di garantire la didattica in presenza. Ciò non significa che la Didattica a Distanza (DaD) sarà evitata a prescindere, anzi: tornerà immediatamente utile ogni qualvolta dovessero esserci rischi di nuovi focolai. Tuttavia gli sforzi dovranno essere orientati a garantire il permanere in classe dei ragazzi, così da garantire loro “le condizioni relazionali e sociali che forniscono il substrato vitale per l’apprendimento, la crescita e lo sviluppo“.
DaD, solo in caso di emergenza
Insomma, si va ad iniziare. Qui puoi comprare online i libri scolastici 2021/22 e nel frattempo le note di accompagnamento alle indicazioni del Comitato Tecnico Scientifico vanno ad affrontare i primi nodi organizzativi per l’avvio dell’annata. I PC acquistati negli ultimi 18 mesi dovranno restare pronti, ma saranno “in panchina”; le vari classi virtuali dovranno rimanere in auge, ma saranno declassate a soluzione di ripiego. Il digitale è una presenza immanente, ma non sarà più nel ruolo di protagonista.
La didattica in presenza è stata definita “imprescindibile e indispensabile“, identificando così la scuola come “comunità educante“. La DaD viene dunque in qualche modo declassata, lasciando emergere più le difficoltà che l’hanno ostacolata che non le virtù che ha saputo mettere in campo durante una delle peggiori emergenze sanitarie degli ultimi secoli.
Il Ministero dell’Istruzione punta sui vaccini ed il dibattito di queste settimane porterà a capire fino a che punto saprà estendersi l’obbligo: solo il personale o anche i ragazzi maggiori di 12 anni? Sarà un tema caldo e fortemente appetibile da una politica fin troppo sensibile ai temi divisivi, ma a monte di tutto c’è una scelta precisa: la DaD è qui per restare, ma è da considerarsi soltanto uno strumento emergenziale. Le scuole, dunque, devono riaprire con l’obiettivo di non chiudere più.