Uno degli effetti della Finanziaria 2007, e in particolare del cosiddetto decreto “tagliaspese”, è quello di tirar fuori dalle opulenti casse della SIAE la bellezza di 20 milioni di euro , una novità che la Società degli Autori e degli Editori ha denunciato nelle scorse ore, parlando di un prelievo che potrebbe portare alla chiusura della Società.
“Un giorno senza cinema, lirica, musica e teatro”, questo l’emblematico titolo di un comunicato stampa della SIAE con cui si annuncia la possibilità che per protestare contro la Finanziaria si ricorra, come prima misura, ad una “giornata di protesta” che si terrà nei primi giorni di dicembre e che vedrà la SIAE ritirare i permessi di utilizzazione per milioni di opere prodotte dagli oltre 80mila autori ed editori associati.
Secondo Giorgio Assumma, presidente SIAE (nella foto), la situazione è critica al punto che alcuni grossi nomi della musica e del cinema hanno già dichiarato di voler affidare la gestione dei propri diritti economici a società straniere. Si parla di pezzi grossi: da Mogol a Ennio Morricone, da Lucio Dalla a Fabio Concato, da EMI Music Publishing a Ricordi, a Sony Music, Universal, Warner e via dicendo.
“Comprendo umanamente la rabbia degli autori e degli editori italiani – spiega Assumma – I continui illeciti tentativi delle istituzioni pubbliche di appropriarsi delle casse della SIAE sono seri pericoli per la sua stabilità economica, dalla quale gli autori e gli editori traggono il loro sostentamento, presente e futuro”.
Secondo Assumma, è inaccettabile che sia presa di mira proprio la SIAE che, “al contrario della quasi totalità degli Enti pubblici”, non versa in una condizione di dissesto ed anzi, pur senza apporti economici pubblici e sfruttando i soli proventi dei propri associati, “ha un eccellente patrimonio ed un ottimo bilancio”.
Le parole di Assumma sono indirizzate al ministro dell’Economia Padoa Schioppa, che vorrebbe “mettere le mani su tale patrimonio, con prelievi di milioni di euro”. A detta del presidente SIAE si tratta di “un ulteriore tiro al bersaglio a danno della SIAE; è un atto di prepotenza che non ha alcun fondamento giuridico, contro cui la SIAE si sta opponendo con ogni mezzo. Spero che gli autori e gli editori ritornino sulle loro decisioni. Diversamente la SIAE si avvierebbe verso un grave ed inevitabile smembramento, con la conseguenza che migliaia di dipendenti e di collaboratori correranno il rischio di trovarsi sulla strada”.
Le dichiarazioni di Assumma arrivano a conclusione dell’assemblea della Società, che ha autorizzato il management a prendere tutte le iniziative ritenute necessarie per far fronte all’emergenza .